domenica 26 gennaio 2014

UNA QUESTIONE DI "SOSTANZA"

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Di Marigo Giandiego

C'è una questione di sostanza di cui, sembra, nessuno voglia parlare.
Al di là ed al di sopra delle valutazioni e dei punti di vista, squisitamente elettoralistici e strumentali. Ed è lo stato, reale, di questo paese e del mondo. Il suo asservimento culturale al modello imposto dal sistema...dal mercato, a condizioni , che vengono, secondo me a torto, definite “oggettive”.
Faccio un esempio di quanto e di come  ci siamo persi.
La montatura mediatica nei confronti di un'area del paese è oggettiva, innegabile è come per le scie chimiche in cielo una cosa che basterebbe “guardare” e salterebbe immediatamente agli occhi.
Però come per il fenomeno citato essa viene negata, distorcendo persino l'evidenza, con una certa qual violenza e decisione, addirittura da chi ha fatto, a parole, dell'oggettività e dell'indipendenza il proprio cavallo di battaglia. Il che, per rimanere in tema equino lo trasforma in un bellissimo e efficiente Cavallo di Troia...in una trappola.
Sempre di più la tattica del “consenso estorto” dell'inganno da marketing, della pubblicità che non racconta esattamente la verità, ma nemmeno è del tutto una menzogna, viene adottato nella “normale comunicazione” distorcendola in modo pericolosamente ipnotico e persuasivo.
La comunicazione diviene manipolazione senza che chi la fa e chi la subisce, faccia nemmeno finta di di essersene accorto, ma se il secondo subisce , appunto, il primo per contro “pensa, progetta, pianifica” un intervento che è basato sulla distorsione sistematica, finalizzata e strumentale di ogni possibile informazione a fini persuasivi...e questo è terribile. Per chi riesca ancora a pensarlo
Si arriva così, in chiave assolutamente grottesca, al fatto per cui oggi, essere di “sinistra e progressista” nell'accezione “corrente” significa rinnegare tutto quello che è stato di “sinistra e progressivo” nel tempo.
Relegando il tutto nel cassetto delle utopie infantilistiche irrealizzabili.
Oggi essere di sinistra può persino significare essere un alfiere del liberismo selvaggio e sostenerlo senza alcuna vergogna, anzi con l'arroganza infinita di chi suppone di avere capito ogni cosa.
Un,abile gioco che il potere fa, spostando figurativamente a destra l'asse della realtà e costringendo sempre più in difesa quelli che si ritengono, ormai temo a torto, di sinistra.
Sino al momento di trascinarli completamente nel proprio campo, nel quale divengono inutili e secondari.
Il vuoto creato dal crollo della cultura di parte, sacrificata sull'altare falso e posticcio di una cultura condivisa ed oggettiva viene riempito di false immagini, messaggi virtuali, valvole di sfogo, crociate inutili e ininfluenti.
Oggi, oggettivamente, essere contro il sistema è di per sé eversivo, a qualsiasi livello esso avvenga dalle abitudini alimentari, al modo di curarsi, sino allo stile di vita ed all'auto-produzione alimentare ed il primo guardiano di questo confine fra “normalità” ed “alienità” è proprio il progressista di ieri.
Questo è tremendo eppure è avvenuto, nel piccolo delle relazioni personali, come nel grande delle relazioni politiche ed economiche.
Una sconfitta o una “discutibilissima” vittoria elettorale, passano per questa forca caudina, vengono filtrate da questa visione che nulla ha di democratico ed oggettivo, ma che è narrazione del potere, inesorabilmente si inchinano alla realtà d'un paese che non sa più parlare di cambiamento, perchè la convinzione trasmessa dai suoi media è che questo è il miglior mondo possibile, l'unico auspicabile e che Multinazionali, Corporation, Elite, Finanza. Leggi di Mercato globalizzate sono , in fondo mali necessari, indispensabile a garantire questo , auspicabile e positivo, progressista e giusto “status quo”.
Usando con abilità a questa convinzione profonda instillata ad arte nell'inconscio collettivo, pare assurdo e dietrologico dirlo , il potere sta preparando un conflitto mondiale “in provetta”, perchè questo gli serve per risolvere le proprie equazioni di sviluppo...ed oggi, la coscienza di questo ed il coraggio di denunciarlo, così come ogni comportamento altro è ritenuto non solo eversivo , ma tendenzialmente “pericoloso e malato”.
Questo avviene con la distorsione quotidiana e graduale del senso stesso delle parole: Fascista, Razzista, Rivoluzionario , Eversivo, Mafioso, Legge , Costituzione , Regole, Populista, Anti-Politica, Sinistra, destra, progressismo, Conservazione (per fare degli esempi) oggi , ed ogni giorno di più, cambiano significato e vengono usate in modo distorto ed improprio, divenendo vuoti slogan, definizioni ad effetto, che non individuano più ed affatto un significato preciso, ma che vengono usate strumentalmente per “colpire”, “offendere” , ottenere un effetto pratico immediato. Le contraddizioni, esagerate e pretestuose che dilaniano, frantumandolo, quello che dovrebbe essere il fronte del Progresso e della Civiltà sono, nettamente, derivate da questo assunto, ma nessun intellettuale riconosciuto, conclamato e di conseguenza ben pagato, sembra voler dedicarvi alcuna attenzione preferendo la polemica su questioni formali, vuote, non sostanziali, ma molto, molto più remunerative.</

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