giovedì 29 maggio 2014

UNA SYRIZA ITALIANA NON PUÒ ESSERE CONTIGUA AL PD




Di Giandiego Marigo


La contraddizione che aveva distinto la fase iniziale della costituzione di questa lista e che SeL porta in sé sta esponendosi … immediatamente, peccato davvero, ed era tutto sommato prevedibile. A suo tempo mi ero chiesto a che titolo e soprattutto a che pro, alcuni intellettuali, tutto sommato “organici” alla'area ampia del PD, quali per esempio gli scrivani di Repubblica avessero scelto di correre con Tsipras.
Questa “ambiguità” era una delle premesse poco chiare che questa lista aveva (e che Sinistra Unita-AreA di Progresso e Civiltà aveva , puntualmente, stigmatizzato) e sulla quale si è soprassieduto in nome della sua importanza e dell'apporto fondamentale della sinistra europea e di Tsipras, ma soprattutto in nome della speranza che il percorso unitario facesse comprendere come , appunto, l'AreA potesse svilupparsi solo in assenza del PD ed in situazione non promiscua a lui.
Purtroppo le “esternazioni” di Vendola, Migliore e non ultimo di Curzio Maltese obbligano alla precisazione, almeno per quanto mi riguarda, a livello personale Ma anche come fondatore di pagine d'appoggio e parte dei “Comitati Pro L'Altra Europa Con Tsipras”.
Questavicinanza, tanto cara a questi “intellettuali” e pochissimo chiara anche in fase costitutiva è, io credo, del tutto gratutita e “non sentita” dal popolo che ha votato questa lista, non condivisa e condivisibile, se non in termini di assoluta chiarezza.
Il Progetto Unitaerio di Sinistra non comprende il PD che non è di Sinistra, se non in alcune manifestazioni del tutto utilitaristiche e finalizzate al recupero di una fascia di votanti,
Questo partito ha un progetto del tutto diverso, lontanissimo da ogni alternativa sistemica, di collaborazione e con il potere e l'elìte che lo detiene.
Una premessa “politica di fondo”, quale la lotta ai “progetti di austerità”, alla politica dei sacrifici, al taglio selvaggio del Welfare, alle privatizzazioni al precariato, alle delocalizzazioni, non può comprendere un partito che ne è il vessillifero e il propugnatore, Prodi è un artefica di quest'Europa, di quest'Euro … un uomo di Bilderberg … un artefice di questa trappola e non solo lui nel PD è fra le menti che quest'Europa hanno pensato.
Come può dunque avvenire che per combattere questo sistema ci si possa alleare con gli artefici, non ne abbiamo avuti a sufficienza di abbracci mortali e di alleanze suicide.
Ho già espresso questo pensiero e sono stato accusato, guarda caso da compagni d'area SeL di propugnare una sorta di “Rifondazione 2.0”, non è così, quella che io vedo è un'AreA ampia e plurale dove di incontrano "Socialisti, Comunisti. Libertari e persino Keinesiani", ma non neo-democristiani … cosa che avvicinando il PD è assolutamente certa.
Questo progetto è alternativo a questo sistema e quindi alternativo al PD. Propone e ricerca una spiritualità ed un mondo altri che non possono essere, nemmeno per errore o distrazione, quelli degli emendanti per eccellenza che, di fatto, condividono il sistema sino in fondo … sino nel DNA.
Questo esclude collaborazioni? Assolutamente no, esclude il fatto che sia nostro fine influenzare e aprire contraddizioni in seno al corpo di questo partito e di tutta l'area pseudo-socialista tradizionale? Ancora una volta niente affatto!
Vi saranno amplissimi spazi di “contatto”, momenti di convergenza su tematiche specifiche, ma questi avverranno anche con M5S e gli euroscettici di sinistra, altro è però programmare la lista per essere contigua al PD … tutt'altro.
Altro ancora il cercare le strade del “partito unico con il PD”, altro svendere senza nemmeno averne verificato le possibilità il “sogno europeo" che gli elettori della lista ci hanno consegnato, insieme al compito di unificare l'arcipelago rosso.
Vendola ci fa sapere che se si parla di Syriza Italiana lui non ci sarà? Dispiace sentirlo, ma ce ne faremo una ragione.
Io e moltissimi con me, credo e confido la stragrande maggioranza degli elettori di questa lista è di là che vogliamo andare ...
Vendola , Migliore, La sig.ra Spinelli, il dott Curzio Maltese non ci vogliono venire, liberissimi di andare dove pare loro, ma non in nome della Lista Tsipras … NON IN MIO NOME.
Strano, peraltro e permettetemi strumentale che abbiano fatto riferimento a Tsipras, alla Sinistra Europea, per implementare un progetto che ci vorrebbe portare ad essere, tutti, “Camerieri dei Neo-democristiani”.
La lista Tsipras non è stata una lista civetta per ostacolare Grillo ed M5S che alla chiusura delle urne confluisce ordinatamente nel corpo della “Grande Mamma”.
Questa lista ha portato speranze, progetti, aspirazioni e visioni … che non siamo disposti a recedere e a dimenticare … dietro ad essa c'è un sacco, davvero tanta gente, che confida e vuole una sinistra forte fuori dal PD, primo passo verso un'AreA di Progresso e Civiltà alternativa a questo sistema.
#lasinistraèunaltracosa
#unaltromondosiamonoi




lunedì 26 maggio 2014

IL FATIDICO MURO … ED ORA TOCCA CAMMINARE




di Giandiego Marigo


Abbiamo superato il fatidico muro … e siamo entrati, bene, una buona notizia ogni tanto corrobora. .
Nei prossimi giorni gli analisti analizzeranno, i professori ed i sapienti commenteranno, i giornalisti televisivi ne trarranno pane per i prossimi mesi ed anni, i piddini faranno la loro solita festa ( ogni occasione è buona ):
Ma noi … quelli che dalla platea, hanno reso possibile questo film e gli hanno dato la possibilità e le gambe perché fosseproiettato sino alla fine … noi che faremo?
Un dato su tutti, l'AreA quando trova sé stessa e quando spinge verso l'unità ce la fa … non foss'altro che per questo abbiamo il dovere morale di continuare.
Ho scritto, in tempi non sospetti, cioè prima che vi fosse alcunchè da festeggiare … che dipenderà da noi, dalla volontà di quella che chiamiamo base.
Toccherrà a noi “essere garanti”, gli unici veri e proponibili, di questa fase ulteriore.
Il movimento Sinistra Unita- AreA di Progresso e Civiltà, non dovrebbe sciogliersi a mio umilissimo parere, ma proporsi anzi come “contenitore”… credo che i blog che hanno seguito questa sua avventura:
Bandiera Rossa in Movimento, Verità e Democrazia lo stesso blog di “Sinistra Unita”ed altri su cui magari non scrivo, dovrebbero rilanciare quell'appello sul quale sono confluiti in questo breve percorso, credo che i movimenti d'area, che stanno nascendo come funghi debbano “confluire” sotto il segno forte di una Syriza Italiana.
Credo che SeL e PRC, MRS ...piuttosto che CS, Ross@, AlbaIl Manifesto debbano render conto e rendersi conto che solo l'unità dei socialisti, dei libertari, dei comunisti è la risposta che stiamo aspettando e che stanno aspettando anche i loro militanti (sarebbe il caso che anche loro glielo facessero sapere per bene).
Questo potrebbe non piacere ai leader di sempre … bèh che dire è forse l'ora per loro di camminare all'indietro.
Credo che sia proprio l'ora di rilanciare l'unità della sinistra, lì'ora di dirlo apertamente che stiamo camminando di lì verso la Syriza Italiana … verso una sinistra europea.
Perchè questa visione ampia non può e non deve essere un episodio, ma il nostro modo di porci da qui in avanti … l'unico in cui esiste una speranza di affermazione per noi.
Molti analisti hanno già sancito, con il KO di Renzi la fine della sinistra interna al PD, confidiamo davvero ch'essi comprendano che il loro cammino naturale li discosta dagli opportunisti centristi, per quanto momentaneamente vincenti, e li guida verso la sinistra vera … ma forse, i prossimni giorni ce lo diranno, la sinistra interna del PD è semplicemente un miraggio, un scherzo della Fata Morgana, un pretesto elettorale (non ci stupirebbe affatto).
Così come speriamo che lo comprendano i socialisti radicali e molti Libertari. Il solco passa dall'esperienza Greca, che non a caso è figlia dell'emergenza e del bisogno, figlia della realtà e della volontà popolare.
Ed ancora una volta mi vedo costretto a confrontarmi con la mia realtà e con la sua pochezza, non sono nessuno … eppure credo che questo articoletto interpreti il pensiero di molti e sono convinti che molti “nessuno” facciano un popolo … unico sovrano, nel nostro modo di pensare.
Dal basso, circolarmente, orizzontalmente, partecipativamente, praticando la democrazia diretta, il controllo democratico … portando, davvero, non a chiacchiere come Grillo &C. un modo nuovo di intendere la politica … perché diciamolo, la Democrazia Partecipata non l'ha inventata nessun comico genovese ma deriva dalla tradizione socialista ed in particolare da quella sudamericana e latina. La circolarità . L'orizzontalità sono acquisizioni spirituali dei nativi americani e degli orientali, fanno parte della tradizione umana sin dal neolitico e dalle società gilaniche … e sono state riprese in termine di “agire politico” dalle donne e dai loro movimenti. Per quanto riguarda l'ambiente poi, l'appartenza preferita al dominio, il concetto di umnità a misura di pianeta ed il concetto di unità in un tutto, fanno parte della quantistica e delle intuizioni spirituali del mooviment degli anni 60-70 e derivano anch'esse da tradizioni jkillenarie ben più importanti e radicate di un qualsiasi spettacolino vagante.
Non abbiamo bisogno di lezioni di alternativa se seguiamo la nostra derivazione ed il fiume nel quale scorre il pensiero che ci nutre.

A patto di avere chiaro che il tempo dei Partiti Madre. Padre e Padrone è definitivamente tramontato, che solo maturando e consentendo alla nostra spiritualità ricca e fluente di impadronirsi del nostro agire noi potremo “essere” senza porci il problema di “apparire” (Lasciando violenza e marketing al potere … visto che sono parole inventate da lui) noi potremo iniziare il tempo dell'AreA di Progresso e Civiltà … potremo reinventare le parole con cui le nostre società ed il nostro convivere verrà descritto … che è l'esatto significato del termine cambiamento

venerdì 23 maggio 2014

Tra la rabbia e la paura scegliere la ragione: l'Altra Europa con Tsipras



Come scrive Antonio Padellaro in un suo bell’editoriale sul Fatto Quotidiano i due principali competitori italiani delle elezioni Europee del 25 maggio, Grillo e Renzi, hanno fondato la propria campagna elettorale sulla fragilità emozionale delle persone usando rispettivamente i sentimenti della rabbia e della paura.
La rabbia per un Paese massacrato dalla crisi economica, la paura per il salto nel vuoto che potrebbe rappresentare la vittoria elettorale di Beppe Grillo.
Ora sul 'pericolo' Beppe Grillo la discussione è aperta ma sulle origini e le responsabilità della crisi - frutto della micidiale congiunzione dell'austerità liberista con il soverchiante italico malaffare di mafie, cricche e corruzione – non dovrebbero esserci dubbi.
Anzitutto dovremmo tutti aver ben chiaro quanto è stato determinante il contributo al massacro morale, sociale, economico dell'Italia da parte delle destre: le destre berlusconiane e diversamente berlusconiane (l'NCD di Alfano e l'UDC di Casini), fasciste e post-fasciste, i Fratelli d'Italia della Meloni, di La Russa e Alemanno, la Lega di Maroni e Salvini, i 'liberali' di Monti. Quell'area politica ci ha regalato Berlusconi, Dell'Utri, Previti, Cosentino, Scajola, Bossi, Belsito, la Santanché, Alfano, Schifani, Borghezio, Storace, Giovanardi, Gasparri, Sacconi, Formigoni, Cicchitto, Fiorito.
E dovremmo avere piena consapevolezza delle scelte scellerate operate dai degeneri eredi del PCI e della sinistra democristiana: prima l'imbelle opposizione a Berlusconi e poi, con Monti Letta e Renzi, la piena adesione e la gestione diretta del massacro sociale delle politiche liberiste, dell'austerità, del precariato.
Ora che tutti si dichiarano contro l'austerità e a favore di un'altra Italia ricordiamoci di chi ha votato il fiscal compact e il pareggio di bilancio in Costituzione oltre che la folle e sadica riforma delle pensioni della Fornero, chi è che sa solo proporre precariato e svendita delle aziende pubbliche ai privati.

IL MOTIVO PER CUI VOTERÒ “L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS”




Di Giandiego Marigo

Non sono, l’ho detto molte volte, un intellettuale ben pagato e riconosciuto. Quel che penso e faccio, quel che credo e scrivo ha scarso valore, anche se qualcuno tutto sommato mi legge e mi ascolta. Non posso, quindi, permettermi appelli ed ancora meno “dare Garanzie”.
Ho pensato ad una lista con Tsipras, che valorizzasse il lavoro di Syriza, sin da prima che essa esistesse … perché è, mia assoluta convinzione che questa “esperienza sia “determinante” nella lunga storia della sinistra europea, per il contesto ed il periodo storico in cui avviene. Per il suo respiro unitario, per lo spessore del suo discorso e della sua proposta … ed infine perche l’unità dell’area socialista è il primo passo indispensabile e necessario verso la creazione di un’AreA di Progresso e Civiltà. Ho scritto, nel tempo, molte volte, le ragioni di quest’Area , ho perorato la sua urgenza … ne ho accennato i contorni … per quel che vale, ma oggi qui parlerò delle ragioni di un voto.
Il movimento soffre, da tempo, dell’impossibilità di incidere, la sorte delle lotte locali, anche quand’esse fossero “giuste ed attrattive” o persino “innovative” dimostra, senza ombra di dubbio questa realtà. La sorte dei referendum, splendida vittoria (di Pirro), sull’acqua e sul nucleare in Italia, dimostrano che se il fronte delle lotte, sociali, ambientali e culturali non è, al minimo europeo esse non modificano nulla, non cambiano la società e si spengono, zittite da forme di potere ben più complesse ed articolate del mero potere nazionale o locale.
Il Passo richiesto per pensare “L’Altra Europa con Tsipras” è fondamentale ed è l’unica strada possibile che non transiti per un mostruoso compromesso con le destre anti-euro ed anti-europeiste. Si badi qui nessuno difende l’Euro, funesta moneta non sovrana di proprietà privata, (come la lira per altro … perché è il potere che le sorregge quello da discutere e non i suoi effetti o i suoi espedienti) ma la proposta di uscita sine qua … urlata, sbraitata, affidata a poteri e ad aggregazioni, al minimo, sospette e cupamente nazionaliste, quando non addirittura legate ad indipendentismi locali (piccole patrie) appare persino più funesta e pericolosa della sua permanenza.
Noi non difendiamo l’Euro e non proteggiamo quest’Europa, non aderiamo al suo progetto e lo vogliamo smontare, ma se va fatto si deve seguire la strada della politica e della partecipazione popolare cosciente, alfabetizzazione e coscienza, non dell’irridentismo gratuito e facilone che abbatte senza proporre. Iniziando quindi dalla ridiscussione dei trattati, economici, politici, amministrativi e militari, passando per il sistema monetario, finanziario e bancario, dall’alleanza dei PIGS. Dalla messa in discussione delle “alleanze militari” e delle scelte di tendenza economiche e dagli oscuri interessi lobbistici che li motivano. Creando cioè il terreno necessario al cambiamento, perché esso non sia un’avventura senza ritorno.
Syriza e Tsipras si muovono in quel solco e permettono alla sinistra radicale italiana, malata di alleanze inutili e suicide di pensare Europeo, nonostante la sua stessa resistenza autolesionistica … per questo avranno il mio voto e per questo il mio impegno successivo sarà al mantenimento ed allo sviluppo dell’enorme patrimonio di unità messo in campo dai referendum prima e da questa lista dopo…perchè questa è la strada d’una Sinistra Unita per l’Italia. Prima tappa del lungo viaggio nel deserto verso L’AreA di Progresso e Civiltà.

Non tutto, lo so perfettamente, è andato bene in questa lista, non tutto è stato all’insegna della Circolarità, dell’Orizzontalità, della Condivisione … abbiamo avuto la nostra normale dose di protagonismi ed Ego importanti e sin troppo pesanti, si sono aggirati per le sue stanze … ma è un primo passo, a noi sta indirizzarlo, mantenerlo, far sì che sia nella direzione giusta. Alcun i elementi di “partecipazione dal basso” si sono visti, vanno sviluppati.
Non sono un profeta, sebbene a volte ne assuma i toni, sono un piccolo spiritualista scarsamente illuminato, non so cosa avverrà dopo le elezioni, non so nemmeno se , in Italia, passeremo l’odiata soglia del 4% (pretestuosa ed inventata), ma so che che stiamo camminando nel senso giusto e che davvero tanti, in questa mia esperienza di impegno e di attenzione a “quel che c’è” hanno “imparato la lezione” un poco per forza, ma soprattutto per amore e confido che il dopo sia fruttuoso

martedì 13 maggio 2014

NON È UNA QUESTIONE DI MARKETING!


Di Marigo Giandiego


Questa perorazione vale per tutti, anche se ha valenza doppia per i “modificatori di mondo”, per coloro cioè che si arrogano con maggiore o minor merito l'onere o lonore del trasporto della fiaccola del cambiamento.

Come può avvenire questo cambiamento se ad una “esteriorità progressiva” corrisponde, poi, un'interiorità assolutamente tradizionale e convenzionale.
I grandi Moovement prima di mettere in discussione la “struttura” posero in forse i “valori” che la confermavano: l'organizzazione della famiglia, la figura del padre, i ruoli di potere ed il modo in cui essi si riproducevano, le convenzioni sociali ed il perbenismo, le tradizioni ed il culto del passato, le grandi religioni ed i loro dogmi.
Fu questa discussione, questo dubbio, questa volonta di rinnovamento e rinascita spirituale e sociale che permise l'onda lunga arrivata, pur con tutti i suoi errori e limiti, a lambire anche i nostri anni. Oggi, per contro, i “rivoluzionari” perpetuano comportamenti assolutamente tradizionali e “conformi”, si sposano in chiesa e con grande pompa, battezzano i propri figli, vestono trendy, elaborano atteggiamenti modaioli, escono in piazza la domenica vestiti a festa, Accettano le convenzioni, fanno parte di coalizioni. Frequentano masters condivisi con la migliore borghesia, condividono la visione economico-sociale di Pyketty, sottoscrivono una visione condivisa, unitaria della società.
Si possono contare sulle dita di una mano coloro che attuano “comportamenti” altri … che non siano, ampiamente, sdoganati ed accettati … sistemici, in buona sostanza.
Nessuno si prende il rischio dell'emarginazione, se questa non gli viene ammannita come una sorta di punizione dalla società stessa.
I luoghi dell'esspressività e della creatività sono condivisi, il pensiero è unico, non esistono circuiti underground o alternativi che non siano “controllati e gestiti” dal potere stesso come valvole di sfogo programmato
Da questo “imborghesimento” (anche se il termine non è affatto adeguato, mi sia concesso) deriva l'incapacità di comprendere la lingua e le esigenze degli ultimi...e dei penultimi e lo scollamento conseguente dalle esigenze del “popolo”.
Oggi, tristemente, questo rapporto è gestito con “modelli pre-formattati” legati alle leggi del controllo e del marketing, da personaggi che non hanno alcun reale interesse nella sorte di coloro che manovrano, ma li usano in modo strumentale ed assolutamente irrispettoso. Giocando con le “appartenenze” e “ le leggi universali del gregge” in modo spudorato ed a tratti indecente.
Non riusciamo a contattarli con la verità?
E ci corrucciamo di non avere un linguaggio sufficientemente elaborato per “narrarla”, di non avere anche noi le nostre“leggi del gregge” ma non è questo il problema … non solo. Non abbiamo le parole, i linguaggi, perché non abbiamo alcuna conoscenza della classe (perdonerete quuest'escursione marxiana), ma non solo.
Perchè anche noi siamo imprigionati in un linguaggio artificiale, che è quello riconosciuto ed adottato dal mainstream … che non è però affatto quello della classe, ma semmai una sorta di lingua universale.
Non è una questione di marketing, così come non è mai stata una questione di leader.
Sono assolutamente convinto che la politica sia anche praticità e quotidianità che le proposte e le risposte necessarie siano anche pratiche ed immediate, che non sia quindi solo ed unicamente una questione di ragioni e motivazioni profonde … ma fra questo ed accettare le logiche sistemiche perché sono quelle implementate e conosciute c'è differenza, così come c'è nel scegliere la strada breve e più battuta in termini “comunicativi”.
Potrei, a questo punto, essere accusato, come è gia successo di monotonia … queste cose in altro modo ed in altra chiave le ho già dette … e non solo io.

Però io credo che la ripetizione giovi, anche perché, per quel che vedo nulla di quanto detto in questo breve post, viene realmente preso in considerazione mei momenti topici e laddove conta...quindi, devo dedurre, non è stato sufficientemente detto e con ogni probabilità, così come succederà probabilmente anche questa volta, mai ascoltato.

giovedì 8 maggio 2014

La Politica e la Sinistra: software, hardware e sistema operativo



di Maurizio Zaffarano

Se proviamo a paragonare il funzionamento della politica (mi perdonino gli esperti per le mie grossolane conoscenze informatiche) a quello di un computer (che a sua volta è concepito avendo come modello di riferimento l'essere umano) troveremo gli stessi elementi essenziali: hardware, software e sistema operativo.
In politica il software è rappresentato dai contenuti, le idee, i programmi, i progetti, i modelli teorici; l'hardware è la struttura del soggetto politico che propone e sostiene tali idee e tali proposte; il sistema operativo è il contesto culturale, l'insieme delle regole condivise, il sistema di valori e di intime convinzioni che riguarda la maggioranza delle persone e che determina la possibilità e la modalità per software e hardware di poter funzionare.
La Sinistra ha una buona capacità di produrre software con i suoi soggetti collettivi ancorché piccoli - partiti, movimenti, associazioni, siti di controinformazione – e insieme a questi grazie a singoli pensatori, blogger e militanti del web. Ma la diffusione di questo software resta limitato: non riesce a raggiungere o fa un'immane fatica a raggiungere le soglie minime di diffusione e di condivisione. E questo nonostante sia in linea di massima migliore di quello dei 'concorrenti'.
Ciò accade perché non sono disponibili o non sono compatibili l'hardware ed il sistema operativo necessari per farlo 'girare'.