lunedì 23 marzo 2015

IN DIREZIONE OSTINATA E CONTRARIA



di giandiego

Sono assolutamente in disaccordo, con chi, anche da sinistra definisce, esaltandoli, i discorsi Papa Francesco anti-capitalisti ed occhieggia ad un'alleanza … quasi .. con lui.
Francesco I (perchè di Re si tratta) è la chiesa, il Vaticano , il potere ed il sistema in uno dei suoi più riusciti, tenaci ed ingannevoli travestimenti.
Se esiste una esaltazione spirituale del capitalismo, dell'attuale stato delle cose, della filosofia che le sorregge … Lui li rappresenta e li sintetizza.
Cadere nell'inganno della sua paciosità, del suo ecumenismo e della sua difesa del popolo e dei popoli è assolutamente ingenuo ed impolitico. Degno del catto-comunismo all'italiana. Definirlo poi “Anticapitalista”  poi è capolavoro della miglior Fantasy.
Un Anticapitalista (non parliamo poi di un comunista o un libertario) dovrebbe almeno riuscire ad individuare il proprio antagonista, al minimo, prima di riempirsi la bocca del proprio antagonismo non allearsi con lui. 
Non voglio dar lezioni, non ne ho i numeri e ancor meno gli attestati, le abilitazioni ed i riconoscimenti sociali, ma ricordo, che il Vaticano è allo stato, cioè adesso, in questo momento e qui, con Papa Francesco regnante il maggiora azionista mondiale delle industrie d'armi tramite le sue banche, oltre ad essere socio di maggioranza di innumerevoli multinazionali e banche d'affari,,
Ricordo, pur nella mia inenarrabile ignoranza ed impreparazione che Francesco molto blatera, ma i suoi vescovi molto di più assolvono e convivono con estrema grazia, esattamente con quegli stessi mafiosi che lui a parole condanna, 
Ricordo, da non-storico, che la pena di Morte in Vaticano è stata abilita solo nel 2009 e solo per le immani pressioni mediatiche.
Ricordo che nonostante il suo aspetto pacioso ed i suoi discorsi di circostanza Francesco I è un Re Assoluto, per nulla democratico e che la sua pompa magna ed anche la sua visita napoletana la pagate voi, perchè ricordiamolo, in questi casi, paga l'Italia non il Vaticano. Quanti disoccupati avremmo rasserenato con un “reddito di cittadinanza” o con una pur miserevole “borsa lavoro” con i miliardi buttati per questa visita?
Ed infine ricordo che basterebbe che i preti ... ed il primo fra loro innanzi a tutti si spogliassero delle loro inimmaginabili ricchezze per risolvere non una ma tre volte la tematica della fame nel mondo ... vedano gli alternativi “entusiasti” di sua Santità (così si chiama) di fare i conti con il proprio “anticapitalismo”
Inoltre, perdonatemi , ma uno che viene a Napoli per il miracolo dello scioglimento del sangue di San Gennaro e pretende che tutti ci credano....come può essere sincero?

Sono uno spiritualista, sono convinto che senza un particolare attenzione alle cose dello spirito non si cambi il mondo, ma siamo davvero sicuri che sia di questa spiritualità contraffatta che abbiamo bisogno, possibile ci basti una carezza da populista per comprarci?

martedì 10 marzo 2015

Sinistra Unita: la demenziale contrapposizione tra partiti e movimenti





Sono cinquant'anni che siamo in attesa del completamento della Salerno-Reggio Calabria ed è almeno dal 2008, dalla sconfitta dell'Arcobaleno, che siamo in attesa in Italia della ricostruzione di un soggetto politico di massa della Sinistra di Alternativa.
Anche la coalizione dell'Altra Europa, dopo le pur timide speranze che aveva suscitato, sembra essere svanita nel nulla, stritolata nella demenziale contrapposizione tra "movimentisti" e "partitisti".
Se i cosiddetti "partitini" della Sinistra non stanno bene considero però demenziale la retorica alla Guido Viale del soggetto assembleare, che nasce spontaneamente dal basso, dai comitati di base e dai movimenti diffusi sul territorio e che, contemporaneamente, pretende lo spontaneo annientamento dei partiti. E questo per una serie di ragioni.

Prima ragione. I movimenti di base - per la difesa dell'ambiente e del territorio e per l'azione sociale - non hanno un seguito di massa, di milioni di persone, ma una penetrazione limitata, oserei dire di nicchia. Il movimento No Tav in Val di Susa è un'eccezione per la capacità di esprimere la stragrande maggioranza della popolazione di un intero territorio (ed è questo che giustamente la rende un modello per tutti) ma si tratta comunque di un fenomeno che riguarda, come partecipazione diretta e non come mero appoggio ideale, qualche decina di migliaia di persone.