venerdì 28 febbraio 2014

Renzi chi?

Renzi-Fonzie secondo Luca Peruzzi
di Maurizio Zaffarano

Esiste una diffusa consapevolezza del mero carattere di marketing politico dell'operazione Renzi (un nuovo conduttore del teatrino della politica per riguadagnare un po' di audience, un nuovo 'salvatore della Patria' usa e getta che durerà un anno o un anno e mezzo giusto il tempo, come scrive Giorgio Cremaschi, per assestare qualche altro colpo micidiale – in termini di privatizzazioni e di aggressione allo Stato sociale, ai diritti dei lavoratori, alla Costituzione – alla democrazia ed ai ceti popolari) che traspare addirittura in quello stesso mainstream informativo che pure è stato il principale artefice dell'ascesa del Berluschino di Firenze.
Eppure gran parte delle critiche che vengono rivolte al nuovo governo non riescono, a mio avviso, a cogliere nel segno, a centrare il punto.
L'accusa più frequente a Renzi è di dire belle parole (ha fatto il 'copia e incolla' di gran parte del nostro programma dicono i grillini ma in realtà è difficile pensare ad un governo, di qualunque colore ed in qualunque parte del mondo, che non si proponga di rilanciare l'economia ed incentivare la creazione di lavoro, di ridurre le tasse, di difendere l'ambiente ed il patrimonio artistico, di dare centralità alla scuola, di fare le 'riforme' che facciano funzionare meglio lo Stato e che riducano il peso parassitario delle burocrazie) ma non di essere in grado di far seguire ad esse dei fatti concreti. Perché (e si tratta effettivamente di affermazioni inconfutabili) è un inaffidabile bugiardo, perché il personale politico del suo Governo è palesemente mediocre ed inadeguato, perché è impossibile affrontare i grandi mali del nostro Paese (il degrado morale e culturale che lo contraddistingue, l'onnipotenza delle pur mediocri élites politiche economiche e finanziarie, la corruzione, le mafie, l'evasione fiscale, il familismo, la degenerazione burocratica) con una maggioranza parlamentare che vede insieme Formigoni, Cicchitto, Lupi, Cesa, Casini, Monti, Sacconi, Alfano, Schifani, la Di Girolamo, la Lorenzin con quel Partito Democratico che è ormai diventato il rappresentante organico dei poteri forti e delle lobbies economiche nelle Istituzioni, perché dentro ai vincoli imposti dalla troika dell'austerità e del pareggio di bilancio è impossibile trovare le risorse per fare investimenti, ridurre le tasse, redistribuire reddito a favore dei ceti disagiati e attraverso queste misure rilanciare anche i consumi.
Si tratta però di scaramucce dialettiche – da Libero all'Unità ed al Fatto Quotidiano, da Forza Italia al Movimento 5 Stelle passando per il Partito Democratico – tutte interne ad una visione capitalista.
Ciò che si deve contestare a Renzi non è l'irrealizzabilità delle sue promesse ma la visione di società e di mondo che egli esprime.

martedì 25 febbraio 2014

LA FEDELTA’, LA FIDUCIA E LA BUGIA


di Clara Denaro
Venerdì 17 Gennaio 2014 Matteo Renzi durante un’intervista televisiva a Daria Bignardi disse: “Io a Palazzo Chigi? Solo passando dalle elezioni, non attraverso inciuci di palazzo.”
Appena 35 giorni dopo aver pronunciato quelle parole, Renzi era davanti al Presidente della Repubblica nelle cui mani giurava fedeltà alla Costituzione, per poter pienamente ricevere l’incarico di Primo Ministro e presentarsi al Parlamento per avere la fiducia.
Esaminiamo alcuni aspetti di questa vicenda: fedeltà, fiducia e bugia.
In quei trentacinque giorni non si sono svolte consultazioni elettorali nazionali, il popolo italiano non si è espresso in alcun modo su come, e specificatamente da chi, volesse essere governato, eppure Matteo Renzi obliando quanto aveva detto proprio lui poche settimane prima, ha ritenuto sua prerogativa smantellare il governo precedente ed insediarsi a Palazzo Chigi. Il fatto che più ha suscitato varie reazioni e sentimenti è stato che la persona da lui defenestrata era proprio un suo collega di partito: quello sventurato Enrico che non ha fatto in tempo a seguire il consiglio di serenità e invece si è trovato a far i conti con uno scaricamento memorabile. Il fatto che entrambi appartenessero allo stesso partito politico non ha minimamente influito sull’attività da schiacciasassi di Renzi, dando adito ancor di più a coloro che lo accusano di essere un sodale di Berlusconi piuttosto che un rappresentante di un partito di sinistra. Il requisito della fedeltà quindi, che sia nei confronti di un collega di partito o massimamente verso degli ideali politici, non è facilmente ritrovabile nel modo di muoversi e di agire del giovane leader.

Coloro che si contrassegnano per azioni simili a quella di cui si è appena detto, difficilmente possono suscitare la fiducia in chi li osserva e soprattutto in chi deve stare loro vicino. A questo punto sarà logico per tutti quelli che, per vari motivi, incroceranno la strada di Renzi temere una coltellata ( politicamente parlando). Il precedente sarà sempre presente nella vita politica di Renzi, e avrà sicuramente il suo peso. Qualcuno ha detto che se gli estimatori di Letta si sono affievoliti, possiamo dire che comunque egli non ha nemici. E questo è tanto in politica. Al contrario Renzi di nemici, o comunque di persone che lo temono e non si fideranno di lui ne avrà a iosa, sicuramente fra i suoi compagni di partito ma ugualmente nell’intero ecosistema della politica italiana. Mai più nessuno si fiderà di lui, né amici né avversari.

Anche i semplici elettori di sinistra non potranno più nutrire una grande fiducia nel segretario del Partito Democratico. Renzi nel suo discorso al Senato ha detto: “Questo è un governo politico” e con tali parole ha nitidamente posizionato il suo partito in un’alleanza “politica” con il centrodestra di Alfano, rinnegando di fatto gli ideali della Sinistra, perché a questo punto non si capisce cosa il suo governo potrebbe proporre di sinistra insieme ad alleati come Carlo Giovanardi e Eugenia Roccella. Da qui alla definizione di “bugiardo” (sempre politicamente parlando) il passo è brevissimo. Aveva detto ai fiorentini che avrebbe fatto ancora il sindaco, appena eletto segretario del pd affermava di voler rimanere a Palazzo Vecchio per occuparsi di Firenze, e invece solamente due mesi dopo ha trovato il modo di mollare la sua città per atterrare a Roma; ha fatto finta di sostenere Enrico Letta e invece lo ha raggirato malamente; nel suo programma per la campagna delle primarie aveva scritto : “Pensiamo che le larghe intese siano una faticosa eccezione, non la regola”, e poi ha fatto un nuovo governo di coalizione con Alfano; ha detto che “Il PD deve dettare l’agenda, non subirla: e questo anche nel tempo delle grandi intese”, e poi ha seraficamente confessato che lui le preferenze in una nuova legge le avrebbe anche volute, ma a Berlusconi non poteva dire di no. Renzi è figlio dei reality show delle Tv del biscione e della politica fatta in questi anni dal biscione: una politica di annunci vuoti e slogan pubblicitari. Tutto ciò lo rende l’inaffidabile per eccellenza.


















A sinistra del governo Renzi



di Alessandro Gilioli da L'Espresso

A sinistra del governo Renzi

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Ora che abbiamo questo governo pieno di ministri provenienti dall’ala dura di Confindustria, dalla Troika, dal Pdl, da Cl e dalla lobby delle spese militari.
E ora che Renzi ha stretto un’alleanza politica che esclude qualsiasi ipotesi di diritti civili (ce lo vedete, a fare le unioni gay dipendendo da Giovanardi?).
Ecco, ora forse la domanda da porsi è che cosa c’è e che cosa si può costruire di là: a sinistra di Renzi e del suo governo, dico.
Perché a sinistra di Renzi, tocca dirlo, finora ci sono stati soprattutto partitini autoreferenziali, più attenti alla perpetuazione della propria identità e delle proprie leadership che alla costruzione di un’area comune e seria di alternativa politica.
Partiti e partitini la cui eclissi è tuttavia sotto gli occhi di tutti: e non credo sia un caso che, per la prima volta, a queste europee nessuno di loro non solo presenterà il proprio simbolo, ma neppure candiderà suoi esponenti di rilievo nazionale (sto parlando, nel caso, di quel primo esperimento in corso chiamato lista Tsipras).
Ma – sempre di più, anche se pochi se ne accorgono – “a sinistra di Renzi” c’è molto altro. Molto altro rispetto a questi partitini ma anche rispetto alle associazioni che pure partecipano a questa nascente galassia (da quelle per l’acqua pubblica a quelle antimafia, da quelle per i diritti dei migranti a quelle ambientaliste).

domenica 23 febbraio 2014

La grande ambizione di un’altra Europa e Tsipras


di Tonino Perna

dal Manifesto

Un'Altra Europa per Tsipras. L’ideologia dell’austerity ha «bruciato» vive milioni di persone. Ma la speranza e il coraggio di cambiare sono tra noi

A pochi mesi dalle ele­zioni euro­pee ci tro­viamo di fronte a un feno­meno ine­dito: non c’è un solo poli­tico che non attac­chi le poli­ti­che di auste­rity della Troika, anche se per anni le ha soste­nute o subite pas­si­va­mente. Così non si capi­sce più chi abbia pro­vo­cato l’impoverimento repen­tino di Ita­lia, Spa­gna, Irlanda, Por­to­gallo e, soprat­tutto, Gre­cia. Non ci sono più col­pe­voli, ma una sorta di virus male­fico che ha col­pito i nostri paesi, pro­vo­cando una disoc­cu­pa­zione di massa che non si era mai vista, sui­cidi a catena, per­dita di diritti sociali, dispe­ra­zione ed impo­ve­ri­mento sem­pre più inso­ste­ni­bili. Come la peste che per secoli ha deva­stato l’Europa cicli­ca­mente, così que­sta crisi viene rac­con­tata come una pan­de­mia che ci ha col­pito tutti e che richiede uno sforzo col­let­tivo per con­tra­starla. Chi l’ha usata, per disci­pli­nare i lavo­ra­tori o per ridurne i diritti, oggi si pre­senta come il pala­dino della lotta all’austerity (come ha ten­tato dispe­ra­ta­mente di fare anche Letta prima di essere defenestrato).
««Basta con l’austerity»» è la parola d’ordine che, nata dai movi­menti popo­lari di oppo­si­zione, viene oggi assunta in tutta Europa dai lea­der delle “lar­ghe intese” che, ci potete scom­met­tere, pre­sen­te­ranno un pro­gramma ambi­zioso di rilan­cio dell’economia e dell’occupazione. Per que­sto, fare chia­rezza, rico­struire le respon­sa­bi­lità poli­ti­che di que­sta crisi e delle sue dram­ma­ti­che con­se­guenze sarà il primo com­pito che si deve assu­mere chi vuole pro­vare a costruire una vera alter­na­tiva. E non sarà una pas­seg­giata, per­ché siamo di fronte ad una grande mani­po­la­zione dell’informazione che fa dire a tanti: abbiamo vis­suto sopra i nostri mezzi, abbiamo sper­pe­rato e rubato, siamo un popolo di cor­rotti ed ognuno di noi deve scon­tare la pena, fare sacri­fici per uscire dalla stagnazione/recessione.
Milioni di lavo­ra­tori, pre­cari, disoc­cu­pati come pos­sono essere inclusi in quel «noi» che ci viene pro­pi­nato come corpo sociale indi­stinto? Eppure, que­sto attacco ideo­lo­gico ha rag­giunto dei risul­tati incre­di­bili per il potere del capi­tale finan­zia­rio, e non solo. In pochi anni sono cam­biate le aspet­ta­tive di milioni di per­sone, i pro­getti di vita, le spe­ranze e i sogni.

venerdì 21 febbraio 2014

QUELLI CHE SI ARROGANO E QUELLI CHE SI CONFONDONO




Di Giandiego Marigo

È strano constatare, anche se occorre una certa qual dose di coscienza per farlo, come si stia giocando sporco e basso.
Da una parte molti si arrogano d'essere di sinistra portando avanti discorsi neo-liberisti e fortemente sistemici, comportamenti e cultura liberale ed assolutamente conservatrice.
Dall'altra quelli che confondono attribuendo il termine e la qualifica di “sinistorso” alle peggio cose.
L'uno e l'altro atteggiamento, fanno poi il medesimo gioco (chissà come mai) e rappresentano , alla fine e per nulla stranamente, il medesimo interesse.
Se da una parte, per esempio, la Renzi & C. si auto-gratifica d'un “progressismo” che non le appartiene affatto, dall'altro la Grillo & Casaleggio Associati, con il medesimo linguaggio e la stessa tendenza alla generalizzazione confusionaria della Imperatore Farlocco Trade e micro-aziende satellite persegue la medesima confusione, attribuendo anch'essa questa qualifica in modo del tutto arbitrario e denigratorio.
Si può quindi affermare che, al di là delle apparenze (cui tutti, avendo frequentato i medesimi masters alla Bocconi , allo IULM e negli States, pongono ossessiva attenzione) essi perseguano il medesimo obbiettivo che è di squalificare ed infangare, definitivamente , il concetto “comune”, il sentire profondo che attribuisce significato al termine stesso “Sinistra”.
La cosa importante , per tutti loro, è cancellare dalla storia l'auto-organizzazione della classe lavoratrice, le conquiste della classe operaia europea ed italiana in particolare del '900, la sua cultura, ogni suo ricordo, ma soprattutto ogni traccia di“Struttura Indipendente dal Sistema”.
Portare la gente cioè a pensare che i politici siano davvero tutti uguali, che sia comunque e sempre , uniformemente merda, che nessuno rappresenti altri che non se stesso ed i propri interessi ed in definitiva quelli dei “signori del mondo”. Perchè il mondo è questo egoismo e miseria umana, competizione e verticalità, trionfo del più forte ed eterna perpetuazione d'in potere talmente superiore da essere inarrivabile.
Deve essere acquisizione comune ed accettata che ogni tentativo di “civilizzazione spirituale e di conseguente maturazione” sia impossibile, perché cozza, infrangendosi inevitabilmente ed inesorabilmente, contro la natura umana. Deve essere condiviso metabolizzato ed accettato che l'unica strada possibile sia, al massimo, organizzare e disciplinare emendandola la miseria e l'aridità di anime immancabilmente guerradondaie, disperate, competitive e carnivore.
É la disinformazia, la manipolazione ed è talmente e micidialmente efficace che riesce a convincere persino noi (si guardi l'inutile, assurda, demenziale polemica sul termine sinistra nel simbolo della lista per Tsipras alle Europee).
Sono convinto, da sempre, quindi da prima che i sapienti del nulla ci intrattenessero sull'importanza del marketing in politica, che il linguaggio con il quale parliamo fra noi e con la gente debba evolversi, insieme ed a rappresentazione della nostra stessa evoluzione interiore , politica e spirituale, ma fra questo ed il farsi sfondare dalla propaganda sistemica del “sono tutti uguali” oppure sulle fantasiose responsabilità della “sinistra storica” nell'attuale debaclè … bhè c'è della distanza.
Ma ancora di piu ne esiste fra una “furberia pretestuosa” ed una “reale acquisizione evolutiva”.
Se davvero in una consultazione circolare, ampia, partecipata ed orizzontale si fosse maturata la decisione, condivisa e meditata di non definire più “Sinistra” l'AreA di Progresso e Civiltà io ne sarei il primo e più acceso sostenitore, ma non è così. Non si alfabettizza, tutti si reputano saputi e sapienti e nessuno sembra avere l'umiltà del dubbio e del ripensamento.
Si permette, di fatto, che questa artificiosa e deleteria confusione trionfi, anche grazia alla pochezza della reazione, visto che gli stessi intellettuali e pensatori che dovrebbero rappresentare l' Avanguardia Pensante dell'alternativa, preferiscono grandemente salotti ben riscaldati, palchi ben strutturati, la rassicurante certezza dei loro diritti d'autore e l'abbondante companatico che viene loro fornito dal sistema e dalle sue pieghe, che essi preferiscono chiamare “contraddizioni”,.

mercoledì 19 febbraio 2014

LA STUPIDITA' DI CHI SI SUPPONE INTELLIGENTE



di Giandiego Marigo

Sono con Tsipras, senza se e senza ma, ritengo, come ho già scritto parecchie volte che la lista che lo veicola sia una grande occasione di unità e di discussione, nonostante tutti i tentativi degli “intelligenti” di trasformarla in una farsa.
Solo ho un grande gusto del grottesco, l'ho sempre avuto ed è stato valorizzato e sviluppato da una lunga frequentazione della “intellighenzia culturale” milanese, in cui ho avuto anche l'onore di frequentare il re, assoluto, del grottesco, Dario Fo.
Fatto sta che mi diverte e mi fa sorrridere quella che definirò La Stupidità dei Geni.
Sono sempre stato convinto che si debba privilegiare il senso ed il contenuto rispetto alla forma ed al contenitore, ma a volte le “evoluzioni” di chi si suppone “intelligente”, “migliore”, “imparato”, di chi ritiene di potere e dover insegnare … bhè mi fanno, sinceramente, sorridere.
Stiamo ovviamente parlando della scelta “furbetta” di non usare la parola Sinistra nel simbolo e nella propaganda della Lista per Tsipras Presidente.
Ho già scritto a questo proposito, lo stanno facendo in molti, non parlerò quindi seriamente di questa tematica, ma solo con la superficialità di chi non riesce proprio a non ridere di se stesso e a non “elogiare il dubbio”.
Una delle motivazioni che muove “la pensata” in questione è certamente il fatto, innegabile, che con il livello, sinceramente, desolante della “capacità di comprensione” delle italiche genti, con “l'abitudine ormai endemica allo slogan”, a causa di un “abuso assoluto nell'uso delle definizioni e dei termini” sia davvero molto più difficile definire cosa non è Sinistra rispetto al fare qualche cosa di nuovo.
Ne sono cosciente da molto tempo, ed è da anni che definisco L' AreA di Progresso e Civiltà, quella magmatica e prolifica area che sta da tempo interrogando se stessa e che risale a quella che fu la Sinistra Radicale, ma attenzione, questo non può e non deve siognificare dimenticare quel che siamo e dave proveniamo, ma torniamo al grottesco.
Bene! Allora in questa campagna elettorale passeremo molto più tempo a chiederci se la parola Sinistra possa essere pronunciata piuttosto che a spiegare che Tsipras proviene da SINISTRA EUROPEA e che ha il grandissimo merito con la sua Syriza di avere unificato la Sinistra Greca. Il tempo guadagnato nel vergognarci d'essere “Socialisti” lo dedicheremo a spiegare come Il “socialista Shulz” non sia realmente di sinistra, mentre Tsipras sicuramente lo è.
Avremo enormi difficoltà e litigheremo, pur avendo tutti gli attivisti, che si riconoscono nella BANDIERA ROSSA nell'esibirla , perché questo ci caratterizzerebbe... e noi, che siamo intelligenti vogliamo parlare con tutti.
Forse ci inventeremo una bandiera per l'occasione, chissà dopo il violetto ed il giallo di qualche altro fantasioso colore … l'arcobaleno, purtroppo è già occupato.
Quindi accumuleremo mille difficoltà per convincere i molti che si ritengono a torto o a ragione di Sinistra che non dovranno votare per chi farà amplissimo uso del termine, abusandone, ergendosi a rappresentante ed infangando non solo la definizione Sinistra ma anche il termine Socialista, bensì per noi e per Tsipras, in particolare, che, invece, rappresenta, realmente, questo spirito, anche se non lo dice.
Concedendo alla confusione, all'indeterminatezza, alla convinzione malata che sia sbagliato schierarsi ma che sia “popolare” non essere né di destra né di sinistra, ma splendidamente qualunquisti l'onore della considerazione e delle armi.
Giochiamo con un immaginario colloquio in un immaginario gazebo:
- Buongiorno … vuole questo volantino -
- No grazie, sono di sinistra voterò Shulz -
- Ma Shulz non è di sinistra. Collabora con la Merkel in patria e rappresenta gli interessi delle multinazionali e delle banche in Europa … come potete definirlo di sinistra?-
- Bèh perché voi cosa proporreste? -
- Noi siamo quelli de “L'altra Europa” … stiamo con Tsipras-
- Tsipras? Chi è costui?-
- E' un Uomo del Sud, ha da sempre partecipato e diretto tutte le rivendicazioni e le mobilitazioni dell'alternatiova sistemica greca dal G8 di Genova, in poi. In patria è riuscito ad unificare tutte le formazioni radicali in Syriza, che oggi rischia di divenire partito di maggioranza e di governare il paese … è un giovane leader attento alle esigenze del popolo senza essere stupidamente populista … -
- Si vabbè ma io sono di sinistra e voterò per i socialisti -
- Ma Tsipras è socialista e di sinistra anzi è veramente socialista e di sinistra! -
- Dov'è scritto? Non vedo affatto la parola sinistra...da nessuna parte -
-Bèh sa... -
- Dica... -
- Non l'abbiamo messa perché siamo furbi e ci sembrava che ostacolasse il dialogo con tutti -
- Ah quindi non siete di sinistra -
- No … cioè sì siamo di sinistra siamo la vera sinistra -
- Ma ve ne vergognate...-
- No … e solo un pretesto, un'operazione di facciata -
- Ma Tsipras è di sinistra?-
- Sì!-
- Ma voi non lo siete-
- No...cioè sì anche noi siamo di sinistra-
- Ah … bene, grazie, mi perdoni ma sono un po' confuso. Voi siete di Sinistra ma non lo dite e quegli altri invece si definiscono di sinistra ma non lo sono? E' proprio vero che sono tempi difficili questi -
- Allora vuole il volantino?-
- No grazie … sono troppo confuso-


Saremo noi … figli del maggio e della “fantasia al potere" ad essere seppelliti da una risata … Può essere.

sabato 15 febbraio 2014

INGOIARE IL ROSPO



Di Giandiego Marigo

Premettiamo la nota di Marco Revelli a nome dei fantomatici Promotori della Lista per Tsipras:

NOTA DI MARCO REVELLI a nome dei promotori.
"Il termine sinistra non compare nei nomi proposti almeno per tre buone ragioni:
1) perché da anni non è più, in Italia, portatore di un preciso contenuto programmatico ma ha finito per rappresentare un’etichetta generica in cui c’è tutto e il contrario di tutto;
2) perché rischia di farci confondere con quanti si sono in questi anni dichiarati “di sinistra” stravolgendone i valori, sostenendo nei fatti politiche liberiste o più semplicemente, mirando alla propria autoperpetuazione personale;
3) infine perché il nostro obiettivo è quello di conquistare il cuore e la mente dei milioni di elettori che non si sentono più di sinistra, o non si sono mai sentiti tali - soprattutto se giovani - perché in quello che è stato presentato loro come sinistra non hanno mai trovato una risposta ai loro problemi.
Abbiamo invece preferito privilegiare ciò che costituisce il nucleo programmatico della lista: un'Europa diversa, da costruire, e il riferimento a una figura, Tsipras, che dell'opposizione alle politiche devastanti dell’Unione europea è il simbolo."

-...---

Ora siamo senza alcun dubbio d'accordo sul fatto che, data la cultura diffusa fra le italiche genti portatrici, spesso di due o tre lauree ed un paio di Masters, ma di scarsa capacità di discernimento e di lettura, sia molto più semplice inventarsi qualche cosa di nuovo piuttosto che spiegare la differenza fra “sinistra" e “pseudonistra”. Così come siamo convinti che il termine sinistra sia oggi abusato e deformato, ma in questo, proprio gli intellettuali promoter hanno grandissime responsabilità. Con il loro atteggiamento ondivago e pronto a qualsiasi stagione. Da ultimo ci rendiamo conto che il “grillismo” dilagante, in qualche modo obblighi alla ricerca di un approccio diverso e ci rendiamo conto di quanto “i sei promotori” siano “fortemente influenzati” da questo qualunquismo di ritorno. Io stesso da tempo ribadisco l'inadeguatezza del termine preferendogli “AreA di Progresso e Civiltà”.
Si comprende quindi, pur non ponendo l'indice sul tono “eternamente arrogante” dei promotori in questione, il motivo o meglio il pretesto pseudo-intellettuaslistico e sicuramente legato a leggi di Marketing per il quale questa decisione viene presa.
Ci si permetta però di non essere d'accordo, pur continuando a garantire al Tsipras il nostro appoggio e di esserne perplessi.

A) Per la premessa di partenza che esordisce escludendo e che “presuppone” un argine o un muro come esordio unitario. La falsa professione di ecumenicità con la quale si chiude la motivazione è, quanto meno pretestuosa ed è in realtà una concessione alla moda del “nè di destra, né di sinistra” che fingendo di “matare le ideologie” fa , in realtà e molto spesso, giustizia sommaria dei contenuti.

B) Per l'ipocrisia di fondo, il gioco a nascondino, la sciocca vuotezza dell'invenzione tutta italiota di un candidato “neutro” che è però proposto e proveniente dalla “SINISTRA EUROPEA” ( ma si finge che questo non esista) e che rischia di divenire prima forza nel proprio paese proprio per non avere avuto alcuna vergogna nel recuperare una piattaforma di “vera sinistra”

C) Per l'operazione fondamentalmente da “Scuola di Comunicazione”, per carità lecita in chi voglia “riuscire costi quel che costi” ma di fatto in linea con l'esistente, una resa incondizionata alla pretese sistemiche un'astuzia da pizzicagnoli una “condiscendenza” allo stato di cose, che non può, ai miei occhi quantomeno, che dimostrare ulteriormente come e quanto non esista in realtà una “cultura altra” rispetto a quello dell'unico pensiero e come e quanto i famosi e fumosi “Sei promotori” ne siano intrisi

D) Una parola, un termine, una definizione non fa la differenza, essa è garantita dai contenuti e dai comportamenti, ma è proprio questa certezza che ci lascia un poco esterreffatti. Il comportamento, i toni, le scelte, le imposizioni senza preventiva discussione, che stanno caratterizzando gli esordi di questa “lista italiana” non ci lasciano intravedere, quantomeno in questo momento, una “strategia” ed una visione di prospettiva non solo per una “Nuova Sinistra” ed ancor meno per un AreA di Progresso e Civiltà, ma solo la “strumentalità” del momento.
SINISTRA UNITA – AreA di Progresso e Civiltà è, per ora un piccolo, piccolissimo movimento, ma non intende rinunciare ai propri riferimenti.
Aderisce ed aderirà con lealtà al percorso della lista, ma ritiene di dover precisare il proprio disappunto di fronte ad una dichiarazione di questa fatta, non tanto e non solo per i suoi contenuti immediati, ma per il modo, il tono e la prospettiva che essa sottende, qualitativamente e contenutisticamente molto simile a quelle che muovono il neo-qualunquismo Grilliano e Piddino. Qui nessuno difende l'ideologismo o si appende a polverosi riferimenti libreschi, ma il termine “socialismo” non può essere una vergogna solo perché usato e lordato da un personaggio come Craxi, così come la parol,a “sinistra” non può rappresentare uno svantaggio solo perché abusata e sfruttata dal peggior partito centrista d'Europa.
E' certamente vero che esista confusione al proposito, ma siamo noi i primi a permetterla ed il comportamento dei “sei promotori” ne autorizza di fatto l'esproprio regalandola alla RenZi & C.
Non è una parola o un termine che fanno la differenza, abbiamo detto, ma i comportamenti che le parole contengono e la svendita dell'intelletualità al Gruppo Espresso – Repubblica non è meno svendita o meno lobbistica di altre vendite a basso costo, e non è meno sistemica e meno compromessa o corrotta anzi è parte integrante dell'elite europea.
Quindi chiacchierando amabilmente su chi abbia fatto che cosa dovremmo, volendo, ragionare sulle responsabilità di questa lobby nella debaclè attuale.
Ma noi saremo unitari, perché questa e la mission per noi più importante ed ingoieremo anche questo rospo, per essere stati incapaci … ed è oggettivo di organizzare noi dal basso quest'avventura, ma si sappia che “esistiamo” e non ci vergogneremo mai di una parola o di un termine che contiene parte della nostra storia, ma piuttosto dei comportamenti e della svendita delle nostre anime, della nostra cultura, dei nostri motivi per il “tradizionale” piatto di lenticchie.
Noi crediamo, con tutte le nostre forze, che qualche cosa di nuovo sia indispensabile, ma consentiteci d'esser perplessi sui metodi con cui questo nuovo viene proposto … da chi sembra aver scelto la specializzazione in “Nuovi Soggetti”.
Anche. e finiamo, prendendo ad esempio la circolarità, l'orizzontalità e la forza innovativa delle esperienze sudamericane o della stessa Syriza … non ci pare di notare che “nascondere furbescamente” la propria origine “socialista” rappresenti una grande idea.

giovedì 13 febbraio 2014

DALLA DIREZIONE PD ALL'EUROPA STESSO STILE, STESSA MATRICE … MEDESIMA DESOLAZIONE



di Giandiego Marigo

Per chi ancora coltivasse una qualsiasi illusione sulle presunte anime del PD (partito senz'anima), e sono tanti anche fra di noi che, forse, ragioniamo a “sinistra” quest'ultima sfida all'OK Corral in atto in direzione e l'identità degli sfidanti dovrebbe, da sola, rispondere ad ogni presunzione o velleità.
Inossidabilmente democristiani, con una logica ed uno stile tipicamente da Balena Bianca … e l'identità e lo stile dei contendenti le modalità dello scontro, a volte dicono più cose che non le teorie e le elucubrazioni.
Gli interessi del paese, arretrano sino a scomparire, (se non nelle citazioni vagamente ricattatorie dell'eternamente giovane segretario) non in seconda e nemmeno in terza fila … ma persi fra mille incrostazioni di potere e promozione personali, interessi di corrente, lobbistici, conflitti interni ad un capitalismo pitocco e miserabile qual'è quello Made in Italy, ed i suoi baldi neo rappresentati cioè i due democristiani in questione.
"Solamente Democratici" recita uno dei, sin troppo numerosi e studiati, slogan dei "giovani rottamatori" di leopoldiana memoria ... luogo ameno e radice comune in cui si ritrovano molti degli attuali interpreti delle vicende interne del PD. Solamente democratici ma se il risultato è questo ... Bèh, ci sia permessa, quantomeno, un minimo di perplessità sulla sua qualità.
Ed è anche in questa scelta di rappresentare gli interessi di un'Europa sciagurata ed elitaria, quelli della finanza senza morale e delle banche usuraie ed assassine tutto il senso della sconfitta di una qualsivoglia prospettiva progressista interna o laterale al PD.
L'Italia … l'Europa hanno grandissima esigenza di un pensiero altro, alternativo e di “sinistra”.
La corruzione dei partiti che oggi si arrogano a rappresentarla nel quadrante Europeo è ormai profonda ed irrimediabilmente diffusa sin nelle radici. Dall'Italia alla Francia, sino all'Inghilterra , la Germania e la Spagna
Non a caso è nei paesi maggiormente provati dalla follia di questa crisi inventata che si affaccia, finalmente, un'idea nuova, unitaria, spiritualmente ricca di AreA di Progresso e Civiltà.
Quest'AreA che non vuole essere confusa:
Né con le “ribellioni in provetta” organizzate tramite Guru occasionali e discutibilmente carismatici dal medesimo potere che gestisce il massacro sociale e la depopolazione conseguente, che le originano (ultima e suprema astuzia per distrarre e deviare).
Né con una falsa sinistra, corrotta e inaridita, collaborazionista e svenduta che ha “ceduto” l'anima per un piatto di lenticchie lasciandosi “sfondare” da quella medesima cultura ordita e pensata per distruggerla.
Una sinistra vera … quindi, se ancora questo nome è così importante un'AreA di Progresso e Civiltà, se vogliamo esprimere un concetto più vicino alle reali esigenze materiali, spirituali e culturali che motivano questo afflato e questo bisogno.

Una sinistra vera per questo paese, per quest'Europa … per gli ultimi , per i sensibili, per i diversi e gli eguali, per gli esseri viventi di questo pianeta

martedì 11 febbraio 2014

Risposta all’appello per la lista Tsipras



di Gian Nicola Marras

Sono un laureato-inoccupato residente in Sardegna. Vi ringrazio per aver avviato questa iniziativa. Sottoscrivo l’appello per la costruzione di una lista autonoma che avanza la candidatura di Alexis Tsipras come presidente della Commissione Europea, per una serie di motivi che cercherò di illustrare brevemente:
È necessario avviare un nuovo cantiere per la realizzazione di una sinistra europea che prenda spunto dalle buone pratiche avviate da Syriza in Grecia. Costruire un progetto politico che emerga dalla società civile, dai contributi politici e intellettuali cui sono portatori i movimenti sociali organizzati, nella maggior parte dei casi privi di una robusta rappresentanza politica e istituzionale. Syriza è riuscita ad agglomerare in un unico partito diversità politico-intellettuali per poi convogliarle in prassi parlamentare.
Raccogliere l’eredità ideologica di chi teorizzò l’Europa politica come Europa dei popoli, un concetto che abbiamo visto essersi politicamente tradotto in Europa delle rendite finanziarie per i grandi istituti bancari. Bisogna conferire nuovo vigore ai valori che stanno alla base di un ethos sociale europeista autenticamente democratico. Per questo motivo è importante ridefinire il concetto di democrazia in un’Europa sociale. Il concetto di democrazia è stato violentato sul piano semantico proprio da quei partiti socialdemocratici che negli ultimi trent’anni si sono fatti affabulare dal canto delle sirene neoliberiste. Il ripiegamento in direzione liberista dei partiti socialdemocratici europei, artefici della favola del liberismo di sinistra, è un portato dell’erronea convinzione di star assistendo ad un azzeramento del conflitto sociale nell’era della globalizzazione neo-liberista. La progressiva negazione dell’esistenza del conflitto sociale ha mutato l’identità nonché le pratiche di azione dei partiti di sinistra operai e popolari. Lo smarrimento dell’identità politica di questi partiti assimilabili al centro-sinistra, è dimostrata dalla loro evidente incapacità di varare politiche di aggiustamento politico-economico in grado di difendere i diritti e le tutele dei gruppi sociali più svantaggiati. Le sole proposte correttive in materia politico-economica ricalcano i dettami delle ricette neo-liberiste. L’attuale crisi economica ci dimostra come il significato di democrazia è sempre strettamente legato alle dinamiche storiche del capitalismo.
Bisogna rinegoziare il patto per l’euro che in questo momento predilige sacrificare i redditi, i diritti e le tutele dei lavoratori piuttosto che intaccare i profitti e le rendite finanziarie . La risposta politico-economica dei governi ha finora riguardato liberalizzazione del mercato del lavoro, privatizzazioni e tagli nel settore pubblico.
Evitare un’ulteriore mezzogiornificazione del contesto dell’Eurozona mediterranea, individuare con lucidità le conseguenze sociali delle politiche di austerity decise sull'asse Bruxelles-Berlino, al fine di internazionalizzare in sede istituzionale europea i problemi che investono il Sud Europa.

domenica 9 febbraio 2014

Bifo Berardi: Con Tsipras contro l’assolutismo finanziario

fonte: Micromega

di Franco "Bifo" Berardi


Alexis Tsipras rappresenta la resistenza della società greca contro l’aggressione finanziaria, e questa è per me una motivazione sufficiente per dichiarare il mio appoggio alla lista che si presenta a suo nome alle elezioni europee, e per andarlo a votare.
Ma quale scopo si prefigge questa lista? Se alle elezioni otterremo soltanto un pronunciamento della minoranza senile e tardo-gauchista (di cui faccio parte) a favore dell’unico giovane politico europeo che non sia moralmente corrotto e intellettualmente conformista, non sarà un grande risultato.
Perciò assumendo l’impegno a costruire le condizioni culturali e politiche per un’affermazione di questa lista, dobbiamo ragionare sugli scenari che una campagna per Tsipras può aprire, agli effetti di ricomposizione culturale e sociale che si possono ottenere.

Non ho alcuna fiducia nella democrazia rappresentativa. E’ ormai senso comune lo svuotamento delle istituzioni democratiche di fronte agli automatismi del capitale finanziario. D’altra parte l’Unione europea è costitutivamente un’autocrazia finanziaria, dal momento che le decisioni della Banca centrale europea sono sottratte alle deliberazioni del Parlamento. Dunque perché mobilitarsi, perché votare?
La società europea è depressa, disgregata, rabbiosamente aggressiva. La campagna per Tsipras deve comunicare la possibilità di un processo unitario di solidarietà e di rivolta, di insolvenza e di indipendenza della vita quotidiana dalla dittatura finanziaria.
Oppure non servirà a niente.

Il processo di disgregazione dell’Unione europea è ormai troppo avanzato per poterlo fermare. Gli egoismi identitari eccitati dalla violenza finanziaria sono destinati a produrre i loro effetti devastanti. Non illudiamoci. 
La lista Tsipras può essere l’inizio di un processo di ricostituzione dell’Unione oltre la presente catastrofe, può riattivare un processo di solidarietà sociale e creare le condizioni per una ricomposizione culturale che vada oltre la crisi attuale, per una ridefinizione strategica dell’unione europea. 

sabato 8 febbraio 2014

PORRE L'UNITÀ COME VALORE CENTRALE




di Giandiego Marigo


Non solo questo, è ovvio, per la nascita di una reale AreA di Progresso e Civiltà, ma sicuramente la strada per farlo passa da questa decisione. 
Oggi con Tsipras diventa di “moda” persino per quegli stessi che ci hanno consegnato...a noi ed alla storia, una sinistra italiana frantumata e divisa o peggio asservita al peggior partito neo-democristiano d'Europa. 
Ci piace Alexis Tsipras e lo appoggeremo con convinzione, ma non ne faremo, per il rispetto che abbiamo di lui, una sacra icona, cosa che gli intellettuali del nulla che confondono il marketing con la politica stanno già tentando di fare. 
Tsipras è un'occasione, non vi è alcun dubbio su questo, piuttosto importante, ma è anche una brava persona … degna del massimo rispetto, non un ninnolo da esibire quasi fosse un successo personale di un gruppo di intellettuali avvezzo a cavalcare ogni stagione. 
Tsipras è soprattutto “lavoro politico quotidiano” una paziente tessitura che ha prodotto Syriza e la sua proposta. 
Noi crediamo che sia “la strada” la cosa più importante, noi crediamo che al di là dell'uomo sia la sua esperienza quella che dovremo e vorremo conservare. 
Percorrere la via maestra dell'unità, farne teoria e non solamente pretesto o strumento accattivante per l'elettorato. 
Saremo  vigili su questa frontiera...perchè vi conosciamo, sinceramente, sin troppo bene e sappiamo che foste voi coni vostri protagonismi, con le vostre stagionali teorie, i vostri personalissimi orticelli a portarci sin qui … non lo dimentichiamo, anche se a voi converrebbe, per potervi travestire per una nuova interpretazione. 
QUESTA NON SARÀ LA VOSTRA STAGIONE … lo ribadiamo! 
Il nostro impegno è perchè questo sia un inizio...un passo, al quale ne seguiranno altri che passeranno attraverso di voi sulle vostre ammuffite segreterie, sui vostri gruppetti, sulle vostre piccole lobbies creatrici di opinione, sui vostri giornali ed i vostri articoletti di fondo , che vi nutrono con tanta dovizia, sulle vostre rendite di posizione, sui vostri dictat da protagonisti assoluti. 
Pensateci, mentre esibite Tsipras come fosse un trofeo... questo è davvero l'inizio di una nuova stagione … che parlerà , certamente, anche di voi, ma forse non proprio come desidereste

martedì 4 febbraio 2014

ALMENO DOPO NON CHIEDETEVI PERCHÈ



di Marigo Giandiego

Cari politici,

Di questa Repubblica fondata sull'istigazione al suicidio.
Voi indifferenti, voi che 5000 euro-mese di pensione dorata non vi bastano , voi che osteggiate, addirittura con considerazioni morali il reddito di cittadinanza o meglio la garanzia d'un lavoro, voi che nemmeno considererete questa mia.
Non voglio pietire, vi racconto questa storia con l'unico intento di testimoniare, una sorta di filo rosso con due post che ho fatto qualche anno fa, sempre partendo dalla mia situazione. Spedendo addirittura una lettera al Presidente (sempre Napolitano da decisamente troppo tempo)
Certo, qualche anno fa faceva notizia ed ebbi un minimo di attenzione, almeno da quelli che mi stavano intorno, oggi forse verrò liquidato con l'indifferenza per una storia di tutti i giorni, persino un po' banale.
La crisi morde … la crisi uccide!
Ho molto tentennato prima di scrivere questo post, resto convinto che esso rischi di finire nel calderone dei drammi quotidiani. Per apparire unicamente un'opera , forse benfatta, di vittimismo.
Oggi mi è stato bloccato da Equitalia il libretto di risparmio, quello su cui ricevo l'unico sosterntamento della mia famiglia 270 euro mensili (invalidità all'80%, solo assegno, niente pensione per non avere negli anni precedenti all'invalidità 56 settimane come dipendente, lavoravo, disperatamente, dopo la chiusura forzata, con debiti, della mia piccola azienda artigiana, in una cooperativa logistica...che beffa, marcata CISL e Compagnia delle Opere). Essi non hanno bloccato l'assegno, impignorabile, ma il libretto che lo conteneva, impedendomi di ritirare la mia misera mensilità. Vi sono , spero, dei rimedi per le prossime emissioni del suddetto assegno, ma questo mese è perduto.
Questo mese si vive d'aria e di pietà altrui.
Sono disoccupato da 10 anni, ovviamente anche con le strutture di supporto e di aiuto non si riesce a ricavare, grazie ad una legge sulla collocazione degli invalidi sempre più elastica ed ipotetica, alcuna occupazione per me 59enne, invalido. In una società che scaccia i suoi giovani costringendoli all'emigrazione, che condanna all'isolamento ed alla povertà i suoi 45-50enni, validi, espulsi a vario tritolo dal mondo del lavoro, che rinvia la possibilità di pensionarsi trattando l'argomento come fosse una piaga ed una presa in giro costante, un miraggio morganatico che s'allontana con l'aumentare dell'età. Una classe politica vergognosa che salva se stessa in ogni frangente, che ha riguardo solo per i propri privilegi, ma è disposta a recedere da qualsiasi “diritto” non la riguardi direttamente.
Un popolo senza difensori … senza rappresentanza, senza voce e senza ascolto.
Anche chi sostiene di rappresentarlo, a volte persino in modo decisamente eccessivo e chiassoso, poi si perde nella propria auto-ammirazione vanesia e narcisistica … che non conclude nulla, ma rimira se stessa autocompiacendosi.
Non chiedetevi quindi perché la gente si uccide, perché la disperazione , a volte, vinca anche sulle buone ragioni. Non usate questa stessa disperazione a vostro consumo... a vostra utilità. Voi ne parlate ma non potete capire cosa voglia, veramente, dire vedere chiudersi davanti agli occhi ogni speranza ed essere consapevoli che ogni solidarietà di circostanza passerà... che le parole di saggezza scorreranno mentre la disperazione resterà lì, immutabile … corrodendovi la vita e l'anima. chi si uccide ha paura di questo, ma cosa potete saperne voi di questa paura? Nemmeno vi interessa
Non chiedetevi perché … siete voi, con la vostra indifferenza, con la vostra legge diseguale, con il vostro “Mondo Perfetto” a crearne le condizioni.
Non chiedetevi perché … è il vostro modello, è il perbenismo della pietà indifferente è il vostro mondo questo? Oppure no?
Un mondo in cui tutto e permesso, a patto d'essere nati dalla parte giusta, d'aver frequentato le giuste scuole e le giuste compagnie.
Un mondo che giudica la povertà come malattia che, i realtà, la teme e la allontana … quasi fosse una contagiosissima scabbia.
È il vostro mondo questo, non è mai stato il mio … nemmeno nei giorni in cui sono riuscito a sopravviverci dentro … persino con qualche successo.
Ed è la stanchezza, l'amica di questi anni ed è mia moglie l'unica vera compagna di questa vita.
Questo mese io ce la farò, spero, nonostante tutto, ma il mio ribrezzo nei confronti di questo mondo perbenista e bacchettone non potrà che aumentare. Non chiedevi perché … abbiate il pudore di non rilasciare dichiarazioni, di non partecipare ai funerali … dimenticateci, esattamente come avete fatto sin qui! Questo è quello che voi volete in realtà … perdere gli ultimi … diminuire, sfoltendolo, il fronte dei bisognosi.
Si chiama depopolazione ed è la vostra idea di sostenibilità






domenica 2 febbraio 2014

NON SOPPORTO L'IMBECILLITÀ



di Marigo Giandiego


Contro la stupidità nulla possono, nemmeno gli Dei” è una frase di Schiller, ma sembra una tristissima profezia che voglia descrivere quel che la sinistra o presunta tale riesce a fare con se stessa.
Una lista europea con un candidato credibile … dopo anni.
Una idea ed uno sfondo finalmente coinvolgente, su di un progetto che premette una esigenza di unità.
Ma l'italiota resta tale anche se presume d'essere di sinistra.
Tafazziani, ma anche di più decisamente stupidi riusciamo ad annegare in un bicchiere a rendere impossibili persino le tappe obbligate.
Oggi il litigio, per quanto al momento nascosto e laterale, è su chi debba decidere come le liste saranno composte. I garanti abbondano! E con un'arroganza senza limiti nata da un'autoreferenza irrefrenabile qualcuno ha deciso d'essere l'unico depositario possibile dell'onestà.
Certo i tempi stretti, addotti come scusa ... ed ognuno si erge a primogenito, ognuno reclama il diritto ad essere il conduttore morale ed il garante.
Persino di fronte al passo indietro importante fatto di propria spontanea volontà da quella stessa Sinistra Europea che pure, unica, avrebbe volendo, un diritto reale alla primogenitura.
La risposta è La stoltezza e stupisce che ad essere così poco lungimiranti, così ottusi siano degli autoproclamati intellettuali … garanti del nulla, ma questo tono potrebbe essere frainteso e confuso con un atteggiamento poco disponibile all'unità e non lo è. È solo un grido di dolore e di raccapriccio.
Io poi non sono nessuno, né un intellettuale né un uomo della sinistra europea … sono solo un uomo di sinistra affranto dall'umana miseria.
Inerme ed impotente di fronte ad un gruppo di auto-referenti che si proclamano da una parte e dall'altra “figli legittimi ed unigeniti”.
Intollerabile e mostruosamente sciocco. Perdonate la ripetizione reiterata del termine ma davvero l'unica cosa che rimanga in mano dopo tutti questi anni con questa discussione senza senso rischiano di compromettere ancor prima che nasca questa traballante, fragile unità.
Ed era proprio quello che volevamo evitare quando con il nostro povero appello cercammo di formare un movimento di opinione che spingesse verso l'unità “SINISTRA UNITA- Area di Progresso e Civiltà” … già!
E siamo qui, come molti, a pregare che il protagonismo degli intelligenti o di quelli che si reputano tali non butti all'aria l'ultima speranza dopo dieci anni di vedere un Sinistra unitaria e reale ad una “consultazione elettorale”.
La speranza che sia un prima passo.
Noi stiamo impegnandoci in questo senso, ma non siamo nessuno, non siamo editorialisti di importanti giornali, né intellettuali consacrati e ben pagati, non segretari di fumose e ristrette segreterie, ed ancor meno leader di minoranze infinitesimali che parlano di unità e rispondono dividendosi … a raccontarlo ci si prende per dementi .
Ed il popolo della sinistra sembra in altre faccende affaccendato.
Quindi esordiamo in questo percorso con una polemica furiosa sulla composizione delle liste e un diktat premesso su chi ne debba esserne il garante … ed è sempre la stessa storia … girotondi, movimento viola, movimento arancione e via , via sino alle divisioni dei divisi, sino alla frantumazione millimetrica di Rifondazione passando per 24 – 25 - 26 (dipende dalla giornata e da come si svegliano) partiti comunisti da un fronte socialista inesistente, confuso, rarefatto.
Insomma da un arcipelago di isolette senza alcuna forza … senza costrutto che ripetono incessantemente la medesima canzone senza riuscire a parlarsi fra loro … demenziale? Assolutamente sì! Che altro?
Possibile che sia così difficile?
Ha chiesto qualcuno mentre portava a casa l'ennesima divisione ed una segreteria di minoranza.
Lo è … persino di più!
Eppure tutti fanno discorsi unitari mentre da dietro si tirano calci e preparano trappole … tutti cantano la stessa canzone dell'unità irrinunciabile ma ciascuno alle proprie condizioni.
E lo dirò per l'ultima volta, perché è un sogno ed un'utopia e sono stanco di essere preso per un illuso.
Pensate come sarebbe bello e giusto se il popolo della sinistra rispondesse finalmente unito, giustamente esasperato ed anche un tantinello incazzato:
Beh sapete la novità … da oggi decidiamo noi, voi eseguite e quel che dovete fare è cercare le ragioni dell'unità … niente altro solo quello, mettere a disposizione il vostro Know-How e cercate le ragioni dell'unità … Le scelte le faremo noi d'ora in poi con strumenti di consultazione dal basso e sapete l'ulteriore novità? Sapete chi sono i garanti siamo ancora noi!”.
Chiedo scusa dell'emotività di questo articoletto, certamente inutile.
Perché nessun popolo di sinistra reagirà indignato, ma continueremo sparpagliati ognuno dietro alla propria bandierina … persi ciascuno nella propria specificazione … a precisare le nostre ragione convinti di averle … e la storia riderà di noi e ce lo saremo meritato.

Perdonate il disturbo