di Clara Denaro
Venerdì
17 Gennaio 2014 Matteo Renzi durante un’intervista televisiva a
Daria Bignardi disse: “Io a Palazzo Chigi? Solo passando dalle
elezioni, non attraverso inciuci di palazzo.”
Appena
35 giorni dopo aver pronunciato quelle parole, Renzi era davanti al
Presidente della Repubblica nelle cui mani giurava fedeltà alla
Costituzione, per poter pienamente ricevere l’incarico di Primo
Ministro e presentarsi al Parlamento per avere la fiducia.
Esaminiamo
alcuni aspetti di questa vicenda: fedeltà, fiducia e bugia.
In
quei trentacinque giorni non si sono svolte consultazioni elettorali
nazionali, il popolo italiano non si è espresso in alcun modo su
come, e specificatamente da chi, volesse essere governato, eppure
Matteo Renzi obliando quanto aveva detto proprio lui poche settimane
prima, ha ritenuto sua prerogativa smantellare il governo precedente
ed insediarsi a Palazzo Chigi. Il fatto che più ha suscitato varie
reazioni e sentimenti è stato che la persona da lui defenestrata era
proprio un suo collega di partito: quello sventurato Enrico che non
ha fatto in tempo a seguire il consiglio di serenità e invece si è
trovato a far i conti con uno scaricamento memorabile. Il fatto che
entrambi appartenessero allo stesso partito politico non ha
minimamente influito sull’attività da schiacciasassi di Renzi,
dando adito ancor di più a coloro che lo accusano di essere un
sodale di Berlusconi piuttosto che un rappresentante di un partito di
sinistra. Il requisito della fedeltà quindi, che sia nei confronti
di un collega di partito o massimamente verso degli ideali politici,
non è facilmente ritrovabile nel modo di muoversi e di agire del
giovane leader.
Coloro
che si contrassegnano per azioni simili a quella di cui si è appena
detto, difficilmente possono suscitare la fiducia in chi li osserva e
soprattutto in chi deve stare loro vicino. A questo punto sarà
logico per tutti quelli che, per vari motivi, incroceranno la strada
di Renzi temere una coltellata ( politicamente parlando).
Il precedente sarà sempre presente nella vita politica di Renzi, e
avrà sicuramente il suo peso. Qualcuno ha detto che se gli
estimatori di Letta si sono affievoliti, possiamo dire che comunque
egli non ha nemici. E questo è tanto in politica. Al contrario Renzi
di nemici, o comunque di persone che lo temono e non si fideranno di
lui ne avrà a iosa, sicuramente fra i suoi compagni di partito ma
ugualmente nell’intero ecosistema della politica italiana. Mai
più nessuno si fiderà di lui, né amici né avversari.
Anche
i semplici elettori di sinistra non potranno più nutrire una grande
fiducia nel segretario del Partito Democratico. Renzi nel suo
discorso al Senato ha detto: “Questo è un governo politico” e
con tali parole ha nitidamente posizionato il suo partito in
un’alleanza “politica” con il centrodestra di Alfano,
rinnegando di fatto gli ideali della Sinistra, perché a questo punto
non si capisce cosa il suo governo potrebbe proporre di sinistra
insieme ad alleati come Carlo Giovanardi e Eugenia Roccella. Da qui
alla definizione di “bugiardo” (sempre politicamente parlando) il
passo è brevissimo. Aveva detto ai fiorentini che avrebbe fatto
ancora il sindaco, appena eletto segretario del pd affermava di voler
rimanere a Palazzo
Vecchio per occuparsi di Firenze, e invece solamente due mesi dopo ha
trovato il modo di mollare la sua città per atterrare a Roma; ha
fatto finta di sostenere Enrico Letta e invece lo ha raggirato
malamente; nel suo programma per la campagna delle primarie aveva
scritto : “Pensiamo che le larghe intese siano una faticosa
eccezione, non la regola”, e poi ha fatto un nuovo governo di
coalizione con Alfano; ha
detto che “Il PD deve dettare l’agenda, non subirla: e questo
anche nel tempo delle grandi intese”, e poi ha seraficamente
confessato che lui le preferenze in una nuova legge le avrebbe anche
volute, ma a Berlusconi non poteva dire di no. Renzi
è figlio dei reality show delle Tv del biscione e della politica
fatta in questi anni dal biscione: una politica di annunci vuoti e
slogan pubblicitari. Tutto
ciò lo rende l’inaffidabile per eccellenza.
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