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sabato 27 settembre 2014

DICO LA MIA, ANCHE SE HA POCO PESO, SULLA POLEMICA SI EURO NO EURO



di Giandiego Marigo


Appartiene a questi nostri tempi la polemica a sinistra fra pseudo-europeisti-critici e Sovranisti e sinceramente, diciamolo ne avremmo anche fatto a meno.
Le ceneri della sinistra di tutto avevano bisogno salvo che di una bella polemica per dividerle e disperderle ulteriormente.
Come sempre e come suole in questi dibattiti, gli epiteti si sprecano, con la medesima visceralità che distinse le polemiche fra Stalinisti e trotskysti, tra socialisti e comunisti, tra anarchici e tutti gli altri, tra autonomi e sinistra rivoluzionaria storica. Piuttosto che tra gli schieramenti interni a Rifondazione, tra SeL e Rifo , tra i vari partiti comunisti, neo-comunisti social-libertari che popolano questa disperata AreA… e via così!
Sprecando epiteti: Traditore, Revisionista, Venduto, Poltronaro ...grondando disprezzo ed abbandonando ogni speranza di dialogo … mentre un poco più in là, travestito da socialdemocratico e da riformista il nemico, quello vero, imperversa e domina, manipolando menti ed anime.
Prendiamo per esempio la polemica sull'Euro … la stiamo affrontando come causa di divisione.
In base a questa differenza di visione, per altro pretestuosa ed esagerata nei termini, stiamo allontanandoci e ponendo le basi per una separazione, di fatto … irrimediabile. 
Quasi che dipendesse davvero da noi la permanenza o l'uscita dall'Euro del nostro paese, quasi che la nostra posizione determinasse, in qualche modo la scelta di fondo.
Quasi che la voce di un manipolo di sognatori utopisti avesse un qualche peso laddove tutto si decide e si fa.
Ma non solo, questa polemica sull'Euro ci distoglie dalla miriade di obbiettivi intermedi, comuni, realizzabili a portata di mano. Dalla discussione sulle alleanze, sulla politica militare e finanziaria del nostro paese e dell'Unione. Dall'impegno alla formazione di un'alleanza di fatto dei paesi mediterranei, da una politica di controinformazione e di proposta sulle energie, sull'ambiente, sulla decrescita, sulla sostenibilità. Una lotta senza quartiere agli OGM, Alla politica dei Grandi Lavori, alla gestione finanziaria ed elitaria del Mostro Europeo, tutte tappe indispensabili, condivisibili, qualsiasi sia la scelta finale ...ma no preferiamo litigare sui termini “Fuori o dentro l'Euro”.
Fatto di cui per altro ci frega pochissimo perché pochissimo cambierebbe nella struttura di potere, che senso avrebbe infatti che fosse Lira od Euro se la struttura di potere che li sfrutta e li usa non si modificasse punto?
E se per uscire dall'Euro in modo giusto e favorevole agli interessi popolari è necessario, indispensabile un profondo cambiamento di struttura sociale e di modo di vedere e di intendere …. allora dove sta la causa di cotanta discussione? Non è forse condivisibile da tutti un percorso che comprenda una profonda ridiscussione e messa in dubbio del Mostro Europeo così com'è attualmente … e mentre siamo per strada, parlando e condividendo il pane...non potremmo ricomporre questo orrendo, stupidissimo busillis sulla moneta?
Ma noi non discutiamo affatto degli innumerevoli obbiettivi intermedi assolutamente condivisibili che ci porterebbero a contare abbastanza da essere , realmente, determinanti in questa scelta. 
Giochiamo con l'equivoco, quasi che uscire dall'euro senza un retroterra di mutamento sociale e strutturale fosse possibile senza trovarsi inesorabilmente a destra, ma attenzione questo lo sanno e lo dicopno tutti sovranisti e non … ma allora dove sta la causa di tanta viusceralità? Di tanto disprezzo? Di tanta distanza? Nel locale, nei territori la pregiudiziale non è l'Euro, ma l'alleanza coin il PD … più o meno velata e questa non dipende affatto dalle posizioni sull'Europa, ma piuttosto dalla pesantezza di deretani leaderistico dirigenziali troppo abituati alla comodità di facili poltrone spartite. E gli scontri epocali, tanto per parlare anche d'altro, fra Sel e Rifo a cosa servono, allo stato, se non a stabilire chi debba sedere in queste stesse poltroncine d'alleanza degli enti locali? 
È dunque questa la causa delle polemiche? 
Chi debba allearsi con il mostro … costi quel che costi, pur di avere rappresentanza? 
Questa è la logica? 
Ed in questo cosa c'entra l'Euro.
Il percorso intrapreso da molti di questi gruppi contro l'Euro, che ha portato al convegno prima di Chianciano e poi di Assisi è molto interessante e nei territori essi hanno dignità e coerenza … non ricercano affatto dubbie alleanze con Piddini di varia specie e natura … ed in questo meritano tutto il mio rispetto, allora perché non considerarli come pesanti e fors'anche determinanti alla causa dell'unità a Sinistra? 
Perchè a suo tempo furono scettici sulla lista Tsipras? 
Lo ero anch'io, pur partecipandovi attivamente. Ed inoltre l'esperienza non ci sta insegnando che forse non avevano proprio tutti i torti!
Probabilmente sarà la Storia e gli interessi finanziari e quelli che definiamo poteri occulti a determinare se questo disgraziato paese permarrà o uscirà dall'Euro, ma essere pronti e sdrammatizzare questa evenienza, inquadrandola nel giusto contesto e cercandone la rappresentazione degli interessi popolari non è di per sé sbagliato … anzi rischia di essere lungimirante. 
In quanto ai propagandisti d'imbecillità quelli del fuori dall'Euro subito, domani … senza se e senza ma … quelli che oggi il nemico e l'Euro e domani la cicoria … Bhè conosco un sacco di no euro serissimi e preparati che li reputano degli imbecilli, pseudo leghisti … e contro la stupidità, riprendendo mol to liberamente una frase di Shiller, nulla possono nemmeno gli dei.


giovedì 29 maggio 2014

UNA SYRIZA ITALIANA NON PUÒ ESSERE CONTIGUA AL PD




Di Giandiego Marigo


La contraddizione che aveva distinto la fase iniziale della costituzione di questa lista e che SeL porta in sé sta esponendosi … immediatamente, peccato davvero, ed era tutto sommato prevedibile. A suo tempo mi ero chiesto a che titolo e soprattutto a che pro, alcuni intellettuali, tutto sommato “organici” alla'area ampia del PD, quali per esempio gli scrivani di Repubblica avessero scelto di correre con Tsipras.
Questa “ambiguità” era una delle premesse poco chiare che questa lista aveva (e che Sinistra Unita-AreA di Progresso e Civiltà aveva , puntualmente, stigmatizzato) e sulla quale si è soprassieduto in nome della sua importanza e dell'apporto fondamentale della sinistra europea e di Tsipras, ma soprattutto in nome della speranza che il percorso unitario facesse comprendere come , appunto, l'AreA potesse svilupparsi solo in assenza del PD ed in situazione non promiscua a lui.
Purtroppo le “esternazioni” di Vendola, Migliore e non ultimo di Curzio Maltese obbligano alla precisazione, almeno per quanto mi riguarda, a livello personale Ma anche come fondatore di pagine d'appoggio e parte dei “Comitati Pro L'Altra Europa Con Tsipras”.
Questavicinanza, tanto cara a questi “intellettuali” e pochissimo chiara anche in fase costitutiva è, io credo, del tutto gratutita e “non sentita” dal popolo che ha votato questa lista, non condivisa e condivisibile, se non in termini di assoluta chiarezza.
Il Progetto Unitaerio di Sinistra non comprende il PD che non è di Sinistra, se non in alcune manifestazioni del tutto utilitaristiche e finalizzate al recupero di una fascia di votanti,
Questo partito ha un progetto del tutto diverso, lontanissimo da ogni alternativa sistemica, di collaborazione e con il potere e l'elìte che lo detiene.
Una premessa “politica di fondo”, quale la lotta ai “progetti di austerità”, alla politica dei sacrifici, al taglio selvaggio del Welfare, alle privatizzazioni al precariato, alle delocalizzazioni, non può comprendere un partito che ne è il vessillifero e il propugnatore, Prodi è un artefica di quest'Europa, di quest'Euro … un uomo di Bilderberg … un artefice di questa trappola e non solo lui nel PD è fra le menti che quest'Europa hanno pensato.
Come può dunque avvenire che per combattere questo sistema ci si possa alleare con gli artefici, non ne abbiamo avuti a sufficienza di abbracci mortali e di alleanze suicide.
Ho già espresso questo pensiero e sono stato accusato, guarda caso da compagni d'area SeL di propugnare una sorta di “Rifondazione 2.0”, non è così, quella che io vedo è un'AreA ampia e plurale dove di incontrano "Socialisti, Comunisti. Libertari e persino Keinesiani", ma non neo-democristiani … cosa che avvicinando il PD è assolutamente certa.
Questo progetto è alternativo a questo sistema e quindi alternativo al PD. Propone e ricerca una spiritualità ed un mondo altri che non possono essere, nemmeno per errore o distrazione, quelli degli emendanti per eccellenza che, di fatto, condividono il sistema sino in fondo … sino nel DNA.
Questo esclude collaborazioni? Assolutamente no, esclude il fatto che sia nostro fine influenzare e aprire contraddizioni in seno al corpo di questo partito e di tutta l'area pseudo-socialista tradizionale? Ancora una volta niente affatto!
Vi saranno amplissimi spazi di “contatto”, momenti di convergenza su tematiche specifiche, ma questi avverranno anche con M5S e gli euroscettici di sinistra, altro è però programmare la lista per essere contigua al PD … tutt'altro.
Altro ancora il cercare le strade del “partito unico con il PD”, altro svendere senza nemmeno averne verificato le possibilità il “sogno europeo" che gli elettori della lista ci hanno consegnato, insieme al compito di unificare l'arcipelago rosso.
Vendola ci fa sapere che se si parla di Syriza Italiana lui non ci sarà? Dispiace sentirlo, ma ce ne faremo una ragione.
Io e moltissimi con me, credo e confido la stragrande maggioranza degli elettori di questa lista è di là che vogliamo andare ...
Vendola , Migliore, La sig.ra Spinelli, il dott Curzio Maltese non ci vogliono venire, liberissimi di andare dove pare loro, ma non in nome della Lista Tsipras … NON IN MIO NOME.
Strano, peraltro e permettetemi strumentale che abbiano fatto riferimento a Tsipras, alla Sinistra Europea, per implementare un progetto che ci vorrebbe portare ad essere, tutti, “Camerieri dei Neo-democristiani”.
La lista Tsipras non è stata una lista civetta per ostacolare Grillo ed M5S che alla chiusura delle urne confluisce ordinatamente nel corpo della “Grande Mamma”.
Questa lista ha portato speranze, progetti, aspirazioni e visioni … che non siamo disposti a recedere e a dimenticare … dietro ad essa c'è un sacco, davvero tanta gente, che confida e vuole una sinistra forte fuori dal PD, primo passo verso un'AreA di Progresso e Civiltà alternativa a questo sistema.
#lasinistraèunaltracosa
#unaltromondosiamonoi




venerdì 23 maggio 2014

IL MOTIVO PER CUI VOTERÒ “L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS”




Di Giandiego Marigo

Non sono, l’ho detto molte volte, un intellettuale ben pagato e riconosciuto. Quel che penso e faccio, quel che credo e scrivo ha scarso valore, anche se qualcuno tutto sommato mi legge e mi ascolta. Non posso, quindi, permettermi appelli ed ancora meno “dare Garanzie”.
Ho pensato ad una lista con Tsipras, che valorizzasse il lavoro di Syriza, sin da prima che essa esistesse … perché è, mia assoluta convinzione che questa “esperienza sia “determinante” nella lunga storia della sinistra europea, per il contesto ed il periodo storico in cui avviene. Per il suo respiro unitario, per lo spessore del suo discorso e della sua proposta … ed infine perche l’unità dell’area socialista è il primo passo indispensabile e necessario verso la creazione di un’AreA di Progresso e Civiltà. Ho scritto, nel tempo, molte volte, le ragioni di quest’Area , ho perorato la sua urgenza … ne ho accennato i contorni … per quel che vale, ma oggi qui parlerò delle ragioni di un voto.
Il movimento soffre, da tempo, dell’impossibilità di incidere, la sorte delle lotte locali, anche quand’esse fossero “giuste ed attrattive” o persino “innovative” dimostra, senza ombra di dubbio questa realtà. La sorte dei referendum, splendida vittoria (di Pirro), sull’acqua e sul nucleare in Italia, dimostrano che se il fronte delle lotte, sociali, ambientali e culturali non è, al minimo europeo esse non modificano nulla, non cambiano la società e si spengono, zittite da forme di potere ben più complesse ed articolate del mero potere nazionale o locale.
Il Passo richiesto per pensare “L’Altra Europa con Tsipras” è fondamentale ed è l’unica strada possibile che non transiti per un mostruoso compromesso con le destre anti-euro ed anti-europeiste. Si badi qui nessuno difende l’Euro, funesta moneta non sovrana di proprietà privata, (come la lira per altro … perché è il potere che le sorregge quello da discutere e non i suoi effetti o i suoi espedienti) ma la proposta di uscita sine qua … urlata, sbraitata, affidata a poteri e ad aggregazioni, al minimo, sospette e cupamente nazionaliste, quando non addirittura legate ad indipendentismi locali (piccole patrie) appare persino più funesta e pericolosa della sua permanenza.
Noi non difendiamo l’Euro e non proteggiamo quest’Europa, non aderiamo al suo progetto e lo vogliamo smontare, ma se va fatto si deve seguire la strada della politica e della partecipazione popolare cosciente, alfabetizzazione e coscienza, non dell’irridentismo gratuito e facilone che abbatte senza proporre. Iniziando quindi dalla ridiscussione dei trattati, economici, politici, amministrativi e militari, passando per il sistema monetario, finanziario e bancario, dall’alleanza dei PIGS. Dalla messa in discussione delle “alleanze militari” e delle scelte di tendenza economiche e dagli oscuri interessi lobbistici che li motivano. Creando cioè il terreno necessario al cambiamento, perché esso non sia un’avventura senza ritorno.
Syriza e Tsipras si muovono in quel solco e permettono alla sinistra radicale italiana, malata di alleanze inutili e suicide di pensare Europeo, nonostante la sua stessa resistenza autolesionistica … per questo avranno il mio voto e per questo il mio impegno successivo sarà al mantenimento ed allo sviluppo dell’enorme patrimonio di unità messo in campo dai referendum prima e da questa lista dopo…perchè questa è la strada d’una Sinistra Unita per l’Italia. Prima tappa del lungo viaggio nel deserto verso L’AreA di Progresso e Civiltà.

Non tutto, lo so perfettamente, è andato bene in questa lista, non tutto è stato all’insegna della Circolarità, dell’Orizzontalità, della Condivisione … abbiamo avuto la nostra normale dose di protagonismi ed Ego importanti e sin troppo pesanti, si sono aggirati per le sue stanze … ma è un primo passo, a noi sta indirizzarlo, mantenerlo, far sì che sia nella direzione giusta. Alcun i elementi di “partecipazione dal basso” si sono visti, vanno sviluppati.
Non sono un profeta, sebbene a volte ne assuma i toni, sono un piccolo spiritualista scarsamente illuminato, non so cosa avverrà dopo le elezioni, non so nemmeno se , in Italia, passeremo l’odiata soglia del 4% (pretestuosa ed inventata), ma so che che stiamo camminando nel senso giusto e che davvero tanti, in questa mia esperienza di impegno e di attenzione a “quel che c’è” hanno “imparato la lezione” un poco per forza, ma soprattutto per amore e confido che il dopo sia fruttuoso

martedì 18 marzo 2014

Per chi si fa abbindolare dalle promesse di Renzi


Renzi e la Merkel secondo Luca Peruzzi

di Maurizio Zaffarano

Renzi è l'ultima carta in ordine di tempo messa sul tavolo dal sistema per sostenersi e perpetuarsi (sistema inteso come ordinamento economico capitalistico e l'insieme delle oligarchie – imprenditoriali, politiche, burocratiche, criminali – dominanti).
Coloro che pensavano, ed io tra questi, che l'ascesa di Renzi alla guida del PD avrebbe disvelato in modo inequivocabile ed esplicito la missione antipopolare e totalmente estranea alla sinistra di quel partito si sbagliava. Abbiamo sottostimato la capacità di fascinazione comunicativa di Renzi (sapientemente amplificata dai media; elementare come la pubblicità di un detersivo ma non per questo meno subdola ed efficace) e la strategia sottostante diretta ad ottenere consenso alle politiche liberiste a partire dalle imminenti elezioni europee.
La base elettorale della lista L'altra Europa con Tsipras e del Movimento 5 Stelle sono il suo terreno di conquista ed a tal fine invoca ipocritamente il cambiamento delle politiche europee affinché favoriscano sviluppo e crescita, promette provvedimenti a favore della piccola e media impresa e di redistribuzione del reddito a vantaggio dei ceti popolari con il piano casa e riducendo le tasse sui redditi da lavoro medio bassi, cavalca il tema della lotta alla casta nelle proposte di riforma istituzionale (abolizione del Senato e delle province) mettendosi su questo in rotta di collisione con pezzi delle oligarchie politiche (la vecchia dirigenza del PD, la Camusso della CGIL), fa balenare persino la revisione degli acquisti degli aerei da guerra F35.
La discontinuità di Renzi rispetto alle precedenti esperienze governative, in particolare a quella di Mario Monti ed alla sua convinzione, intrisa di sadismo sociale, di poter imporre senza reazioni provvedimenti impopolari cioè antipopolari, discende dal fatto che il sistema in questo momento ha bisogno di ritrovare una sufficiente legittimazione elettorale, almeno in termini relativi senza tener conto cioè dell'astensione crescente. In questo senso Renzi si pone in diretta continuità con l'approccio alla politica di Berlusconi e dimostra che le elezioni ed il consenso, anche truffaldinamente estorti, rivestono un'importanza centrale per il sistema perché affermare il potere solo con la forza sarebbe altrimenti troppo 'costoso'.

lunedì 10 marzo 2014

L'EUROPA CE LO CHIEDE... Sì MA COSA?



Quanto sangue, quante lacrime, quanta austerità è stata “spacciata” in questo paese all'urlo di “L'europa cel lo chiede” una classe politica indegna, manovrata dalla peggiore elite finanziaria che la storia di questo continente abbia consegnato alla storia. Ce lo hanno ripetuto sino a farlo divenire un ritornello grottesco e anche un pochino vergognoso.
Non sono un fan di quest'Europa, lo premetto, non sono un fan della sua moneta inventata apposta per prostrare intere nazioni, ma soprattutto non mi piace la sua classe politica e gli interessi ch'essa rappresenta.
Sono un vecchio internazionalista e non riesco proprio a prendere la piega nazionalistica e localista che oggi sembra andare di moda, ma l'Europa che io vedo è quella dei popoli, quindi non questa.
Però ritengo necessarie un paio di considerazioni … per amore della verità e per rappresentare la pochezza assoluta della classe politica made in Italy, all'interno di una europea, comunque da vergogna.
Quasi a rimarcare che noi ci teniamo ai record e quindi ci piace non farci mancare nulla.
Allora, l'Italia ha 119 procedure di infrazione (record) delle quali 24 sull'ambiente (record), per non avere eseguito i dettami europei.
Fra queste “azioni” mancate, vi è, dal 1992, il reddito minimo di cittadinanza, le procedure contro la corruzione, numerose tutele ambientali, la banda larga, l'uso dei fondi UE, il miglioramento del sistema di istruzione.
Ora … lo ripeto io non sono un fan di quest'Europa, ma mi sembra che molto meno di me lo siano coloro che si spacciano per europeisti della prima ora.
Grottesco in qualche modo non trovate?
Che l'Europa ci chieda solo quello che comoda a loro? (che sono sempre e solo ritocchi ai bilanci, ragionieristici e crudeli sacrifici, abbassamento dei diritti) E che invece i pochi aspetti che farebbero comodo alla gente o si muoverebbero in un senso accettabile siano sempre di “secondaria importanza” tanto da essere sottovalutati sino ad arrivare alla procedura di infrazione.
Sono gli europeisti nostrani i peggiori nemici dei quest'Europa, i primi a nutrire l'antieuropeismo, rimandando una immagine di un'Unione incapace di chiedere altro che Lacrime e Sangue (il che è vero, ma almeno negli altri paesi europei si traveste di una decenza che in Italia ed in Grecia è negata e derisa).
Una presa in giro, quindi di una classe politica e dirigente totalmente parassitaria (come da nessun'altra parte nel mondo) abituata al vampirismo ed al silenzioso assenso popolare, perché diciamolo chi tace... acconsente. E noi siamo silenziosamente specializzati nell'accettare qualsiasi abuso.
Ci troviamo quindi davanti una burocrazia corrotta, viziata, strapagata, una classe politica incompetente, parassitaria, imbelle. Che non riesce nemmeno a realizzare un “ambiente conservatore-liberale” che divora la propria stessa cultura, che risponde con l'ignoranza e l'incompetenza a qualsiasi sollecitazione. Una vergogna nella vergogna.
Mistificano la mistificazione ed è ridicolo oltre che grottesco.
Non ci si può dunque stupire che chi tiri “la morale” a questi vomitevoli individui passi poi per rivoluzionario ed innovatore, pur essendo soltanto un Savonarola di provincia che accetta di farsi Masaniello (Attenzione! Fra Savonarola e Masaniello … c'è grandissima differenza).
Non dico nulla di nuovo, lo so, forse lo scrivo piacevolmente, spero. Ma non affermo alcuna novità.
Quante “normalizzazioni” sono fallite miseramente a livello locale per l'opposizione passiva delle burocrazie provinciali e/o comunali. Quante riforme efficientiste sono naufragate per incrostazioni e sclerosi del pubblico impiego? (e stiamo continuando a parlare...si badi, di classe dirigente, perché il pesce comincia a puzzare dalla testa).
Non sto parlando di “piccole rivoluzioni in divenire” ma di un paese europeo, normalmente, capitalistico, quello di cui ci balbetta il PD per capirci, promettendola da secoli senza mai realizzarla, ma che in Italia sembra “semplicemente irrealizzabile”. Ed allora ognuno ha il Grillo che si merita, urlatore del nulla, riformista domenicale, venditore di illusioni e di improperi, biscazziere delle tre carte.
Dov'è la visione, la prospettiva di evoluzione e progresso spirituale e morale, dov'è quel movimento intrinseco verso il miglioramento che chiameremo civiltà ? Sommersi ed annullarti dal bisogno di normalità? Che bella tattica per non far muovere nulla, costringere l'Alternativa in un'eterna difesa dei diritti minimi, riconosciuti altrove dallo stesso sistema liberale. Costringerli a lottare non per il cambiamento (utopia, sarebbe chieder troppo) ma per la normalità.
Talmente geniale che il sistema lo sta globalizzando, non senza contraddizioni interne al fronte capitalistico, certo, ma inesorabilmente.
Permettetemi di concludere nel medesimo modo che sto da un poco di tempo adottando, anche con un finale molto colorito, ma a mio umilissimo parere efficace, per rendere il bisogno e l'urgenza.

Cè bisogno di sinistra...cosa cazzo stiamo aspettando?

domenica 23 febbraio 2014

La grande ambizione di un’altra Europa e Tsipras


di Tonino Perna

dal Manifesto

Un'Altra Europa per Tsipras. L’ideologia dell’austerity ha «bruciato» vive milioni di persone. Ma la speranza e il coraggio di cambiare sono tra noi

A pochi mesi dalle ele­zioni euro­pee ci tro­viamo di fronte a un feno­meno ine­dito: non c’è un solo poli­tico che non attac­chi le poli­ti­che di auste­rity della Troika, anche se per anni le ha soste­nute o subite pas­si­va­mente. Così non si capi­sce più chi abbia pro­vo­cato l’impoverimento repen­tino di Ita­lia, Spa­gna, Irlanda, Por­to­gallo e, soprat­tutto, Gre­cia. Non ci sono più col­pe­voli, ma una sorta di virus male­fico che ha col­pito i nostri paesi, pro­vo­cando una disoc­cu­pa­zione di massa che non si era mai vista, sui­cidi a catena, per­dita di diritti sociali, dispe­ra­zione ed impo­ve­ri­mento sem­pre più inso­ste­ni­bili. Come la peste che per secoli ha deva­stato l’Europa cicli­ca­mente, così que­sta crisi viene rac­con­tata come una pan­de­mia che ci ha col­pito tutti e che richiede uno sforzo col­let­tivo per con­tra­starla. Chi l’ha usata, per disci­pli­nare i lavo­ra­tori o per ridurne i diritti, oggi si pre­senta come il pala­dino della lotta all’austerity (come ha ten­tato dispe­ra­ta­mente di fare anche Letta prima di essere defenestrato).
««Basta con l’austerity»» è la parola d’ordine che, nata dai movi­menti popo­lari di oppo­si­zione, viene oggi assunta in tutta Europa dai lea­der delle “lar­ghe intese” che, ci potete scom­met­tere, pre­sen­te­ranno un pro­gramma ambi­zioso di rilan­cio dell’economia e dell’occupazione. Per que­sto, fare chia­rezza, rico­struire le respon­sa­bi­lità poli­ti­che di que­sta crisi e delle sue dram­ma­ti­che con­se­guenze sarà il primo com­pito che si deve assu­mere chi vuole pro­vare a costruire una vera alter­na­tiva. E non sarà una pas­seg­giata, per­ché siamo di fronte ad una grande mani­po­la­zione dell’informazione che fa dire a tanti: abbiamo vis­suto sopra i nostri mezzi, abbiamo sper­pe­rato e rubato, siamo un popolo di cor­rotti ed ognuno di noi deve scon­tare la pena, fare sacri­fici per uscire dalla stagnazione/recessione.
Milioni di lavo­ra­tori, pre­cari, disoc­cu­pati come pos­sono essere inclusi in quel «noi» che ci viene pro­pi­nato come corpo sociale indi­stinto? Eppure, que­sto attacco ideo­lo­gico ha rag­giunto dei risul­tati incre­di­bili per il potere del capi­tale finan­zia­rio, e non solo. In pochi anni sono cam­biate le aspet­ta­tive di milioni di per­sone, i pro­getti di vita, le spe­ranze e i sogni.

mercoledì 19 febbraio 2014

LA STUPIDITA' DI CHI SI SUPPONE INTELLIGENTE



di Giandiego Marigo

Sono con Tsipras, senza se e senza ma, ritengo, come ho già scritto parecchie volte che la lista che lo veicola sia una grande occasione di unità e di discussione, nonostante tutti i tentativi degli “intelligenti” di trasformarla in una farsa.
Solo ho un grande gusto del grottesco, l'ho sempre avuto ed è stato valorizzato e sviluppato da una lunga frequentazione della “intellighenzia culturale” milanese, in cui ho avuto anche l'onore di frequentare il re, assoluto, del grottesco, Dario Fo.
Fatto sta che mi diverte e mi fa sorrridere quella che definirò La Stupidità dei Geni.
Sono sempre stato convinto che si debba privilegiare il senso ed il contenuto rispetto alla forma ed al contenitore, ma a volte le “evoluzioni” di chi si suppone “intelligente”, “migliore”, “imparato”, di chi ritiene di potere e dover insegnare … bhè mi fanno, sinceramente, sorridere.
Stiamo ovviamente parlando della scelta “furbetta” di non usare la parola Sinistra nel simbolo e nella propaganda della Lista per Tsipras Presidente.
Ho già scritto a questo proposito, lo stanno facendo in molti, non parlerò quindi seriamente di questa tematica, ma solo con la superficialità di chi non riesce proprio a non ridere di se stesso e a non “elogiare il dubbio”.
Una delle motivazioni che muove “la pensata” in questione è certamente il fatto, innegabile, che con il livello, sinceramente, desolante della “capacità di comprensione” delle italiche genti, con “l'abitudine ormai endemica allo slogan”, a causa di un “abuso assoluto nell'uso delle definizioni e dei termini” sia davvero molto più difficile definire cosa non è Sinistra rispetto al fare qualche cosa di nuovo.
Ne sono cosciente da molto tempo, ed è da anni che definisco L' AreA di Progresso e Civiltà, quella magmatica e prolifica area che sta da tempo interrogando se stessa e che risale a quella che fu la Sinistra Radicale, ma attenzione, questo non può e non deve siognificare dimenticare quel che siamo e dave proveniamo, ma torniamo al grottesco.
Bene! Allora in questa campagna elettorale passeremo molto più tempo a chiederci se la parola Sinistra possa essere pronunciata piuttosto che a spiegare che Tsipras proviene da SINISTRA EUROPEA e che ha il grandissimo merito con la sua Syriza di avere unificato la Sinistra Greca. Il tempo guadagnato nel vergognarci d'essere “Socialisti” lo dedicheremo a spiegare come Il “socialista Shulz” non sia realmente di sinistra, mentre Tsipras sicuramente lo è.
Avremo enormi difficoltà e litigheremo, pur avendo tutti gli attivisti, che si riconoscono nella BANDIERA ROSSA nell'esibirla , perché questo ci caratterizzerebbe... e noi, che siamo intelligenti vogliamo parlare con tutti.
Forse ci inventeremo una bandiera per l'occasione, chissà dopo il violetto ed il giallo di qualche altro fantasioso colore … l'arcobaleno, purtroppo è già occupato.
Quindi accumuleremo mille difficoltà per convincere i molti che si ritengono a torto o a ragione di Sinistra che non dovranno votare per chi farà amplissimo uso del termine, abusandone, ergendosi a rappresentante ed infangando non solo la definizione Sinistra ma anche il termine Socialista, bensì per noi e per Tsipras, in particolare, che, invece, rappresenta, realmente, questo spirito, anche se non lo dice.
Concedendo alla confusione, all'indeterminatezza, alla convinzione malata che sia sbagliato schierarsi ma che sia “popolare” non essere né di destra né di sinistra, ma splendidamente qualunquisti l'onore della considerazione e delle armi.
Giochiamo con un immaginario colloquio in un immaginario gazebo:
- Buongiorno … vuole questo volantino -
- No grazie, sono di sinistra voterò Shulz -
- Ma Shulz non è di sinistra. Collabora con la Merkel in patria e rappresenta gli interessi delle multinazionali e delle banche in Europa … come potete definirlo di sinistra?-
- Bèh perché voi cosa proporreste? -
- Noi siamo quelli de “L'altra Europa” … stiamo con Tsipras-
- Tsipras? Chi è costui?-
- E' un Uomo del Sud, ha da sempre partecipato e diretto tutte le rivendicazioni e le mobilitazioni dell'alternatiova sistemica greca dal G8 di Genova, in poi. In patria è riuscito ad unificare tutte le formazioni radicali in Syriza, che oggi rischia di divenire partito di maggioranza e di governare il paese … è un giovane leader attento alle esigenze del popolo senza essere stupidamente populista … -
- Si vabbè ma io sono di sinistra e voterò per i socialisti -
- Ma Tsipras è socialista e di sinistra anzi è veramente socialista e di sinistra! -
- Dov'è scritto? Non vedo affatto la parola sinistra...da nessuna parte -
-Bèh sa... -
- Dica... -
- Non l'abbiamo messa perché siamo furbi e ci sembrava che ostacolasse il dialogo con tutti -
- Ah quindi non siete di sinistra -
- No … cioè sì siamo di sinistra siamo la vera sinistra -
- Ma ve ne vergognate...-
- No … e solo un pretesto, un'operazione di facciata -
- Ma Tsipras è di sinistra?-
- Sì!-
- Ma voi non lo siete-
- No...cioè sì anche noi siamo di sinistra-
- Ah … bene, grazie, mi perdoni ma sono un po' confuso. Voi siete di Sinistra ma non lo dite e quegli altri invece si definiscono di sinistra ma non lo sono? E' proprio vero che sono tempi difficili questi -
- Allora vuole il volantino?-
- No grazie … sono troppo confuso-


Saremo noi … figli del maggio e della “fantasia al potere" ad essere seppelliti da una risata … Può essere.

giovedì 13 febbraio 2014

DALLA DIREZIONE PD ALL'EUROPA STESSO STILE, STESSA MATRICE … MEDESIMA DESOLAZIONE



di Giandiego Marigo

Per chi ancora coltivasse una qualsiasi illusione sulle presunte anime del PD (partito senz'anima), e sono tanti anche fra di noi che, forse, ragioniamo a “sinistra” quest'ultima sfida all'OK Corral in atto in direzione e l'identità degli sfidanti dovrebbe, da sola, rispondere ad ogni presunzione o velleità.
Inossidabilmente democristiani, con una logica ed uno stile tipicamente da Balena Bianca … e l'identità e lo stile dei contendenti le modalità dello scontro, a volte dicono più cose che non le teorie e le elucubrazioni.
Gli interessi del paese, arretrano sino a scomparire, (se non nelle citazioni vagamente ricattatorie dell'eternamente giovane segretario) non in seconda e nemmeno in terza fila … ma persi fra mille incrostazioni di potere e promozione personali, interessi di corrente, lobbistici, conflitti interni ad un capitalismo pitocco e miserabile qual'è quello Made in Italy, ed i suoi baldi neo rappresentati cioè i due democristiani in questione.
"Solamente Democratici" recita uno dei, sin troppo numerosi e studiati, slogan dei "giovani rottamatori" di leopoldiana memoria ... luogo ameno e radice comune in cui si ritrovano molti degli attuali interpreti delle vicende interne del PD. Solamente democratici ma se il risultato è questo ... Bèh, ci sia permessa, quantomeno, un minimo di perplessità sulla sua qualità.
Ed è anche in questa scelta di rappresentare gli interessi di un'Europa sciagurata ed elitaria, quelli della finanza senza morale e delle banche usuraie ed assassine tutto il senso della sconfitta di una qualsivoglia prospettiva progressista interna o laterale al PD.
L'Italia … l'Europa hanno grandissima esigenza di un pensiero altro, alternativo e di “sinistra”.
La corruzione dei partiti che oggi si arrogano a rappresentarla nel quadrante Europeo è ormai profonda ed irrimediabilmente diffusa sin nelle radici. Dall'Italia alla Francia, sino all'Inghilterra , la Germania e la Spagna
Non a caso è nei paesi maggiormente provati dalla follia di questa crisi inventata che si affaccia, finalmente, un'idea nuova, unitaria, spiritualmente ricca di AreA di Progresso e Civiltà.
Quest'AreA che non vuole essere confusa:
Né con le “ribellioni in provetta” organizzate tramite Guru occasionali e discutibilmente carismatici dal medesimo potere che gestisce il massacro sociale e la depopolazione conseguente, che le originano (ultima e suprema astuzia per distrarre e deviare).
Né con una falsa sinistra, corrotta e inaridita, collaborazionista e svenduta che ha “ceduto” l'anima per un piatto di lenticchie lasciandosi “sfondare” da quella medesima cultura ordita e pensata per distruggerla.
Una sinistra vera … quindi, se ancora questo nome è così importante un'AreA di Progresso e Civiltà, se vogliamo esprimere un concetto più vicino alle reali esigenze materiali, spirituali e culturali che motivano questo afflato e questo bisogno.

Una sinistra vera per questo paese, per quest'Europa … per gli ultimi , per i sensibili, per i diversi e gli eguali, per gli esseri viventi di questo pianeta

martedì 11 febbraio 2014

Risposta all’appello per la lista Tsipras



di Gian Nicola Marras

Sono un laureato-inoccupato residente in Sardegna. Vi ringrazio per aver avviato questa iniziativa. Sottoscrivo l’appello per la costruzione di una lista autonoma che avanza la candidatura di Alexis Tsipras come presidente della Commissione Europea, per una serie di motivi che cercherò di illustrare brevemente:
È necessario avviare un nuovo cantiere per la realizzazione di una sinistra europea che prenda spunto dalle buone pratiche avviate da Syriza in Grecia. Costruire un progetto politico che emerga dalla società civile, dai contributi politici e intellettuali cui sono portatori i movimenti sociali organizzati, nella maggior parte dei casi privi di una robusta rappresentanza politica e istituzionale. Syriza è riuscita ad agglomerare in un unico partito diversità politico-intellettuali per poi convogliarle in prassi parlamentare.
Raccogliere l’eredità ideologica di chi teorizzò l’Europa politica come Europa dei popoli, un concetto che abbiamo visto essersi politicamente tradotto in Europa delle rendite finanziarie per i grandi istituti bancari. Bisogna conferire nuovo vigore ai valori che stanno alla base di un ethos sociale europeista autenticamente democratico. Per questo motivo è importante ridefinire il concetto di democrazia in un’Europa sociale. Il concetto di democrazia è stato violentato sul piano semantico proprio da quei partiti socialdemocratici che negli ultimi trent’anni si sono fatti affabulare dal canto delle sirene neoliberiste. Il ripiegamento in direzione liberista dei partiti socialdemocratici europei, artefici della favola del liberismo di sinistra, è un portato dell’erronea convinzione di star assistendo ad un azzeramento del conflitto sociale nell’era della globalizzazione neo-liberista. La progressiva negazione dell’esistenza del conflitto sociale ha mutato l’identità nonché le pratiche di azione dei partiti di sinistra operai e popolari. Lo smarrimento dell’identità politica di questi partiti assimilabili al centro-sinistra, è dimostrata dalla loro evidente incapacità di varare politiche di aggiustamento politico-economico in grado di difendere i diritti e le tutele dei gruppi sociali più svantaggiati. Le sole proposte correttive in materia politico-economica ricalcano i dettami delle ricette neo-liberiste. L’attuale crisi economica ci dimostra come il significato di democrazia è sempre strettamente legato alle dinamiche storiche del capitalismo.
Bisogna rinegoziare il patto per l’euro che in questo momento predilige sacrificare i redditi, i diritti e le tutele dei lavoratori piuttosto che intaccare i profitti e le rendite finanziarie . La risposta politico-economica dei governi ha finora riguardato liberalizzazione del mercato del lavoro, privatizzazioni e tagli nel settore pubblico.
Evitare un’ulteriore mezzogiornificazione del contesto dell’Eurozona mediterranea, individuare con lucidità le conseguenze sociali delle politiche di austerity decise sull'asse Bruxelles-Berlino, al fine di internazionalizzare in sede istituzionale europea i problemi che investono il Sud Europa.

venerdì 31 gennaio 2014

CONTRIBUTO DI “SINISTRA UNITA- Area di Progresso e Civiltà” e dell' Mov. RadicalSocialista Lodigiano ALL'ASSEMBLEA “ DECIDI TU” MILANO 30-01.2014




Compagne, Compagni

Tutti quelli che sono qui, e tutti quelli che leggerranno questo nostro contributo, quelli che oggi si pongono il problema di un soggetto ampio di rappresentanza alle elezioni europee … hanno superato, almeno in teoria, la retorica dell'Esigenza della Partecipazione.
Per ora non stiamo ancora parlando alla gente , come dovremmo, ma stiamo discutendone fra di noi.
Quindi, almeno fra di noi, dovremmo avere il coraggio di dare un nome alle ragioni che ci hanno portati qui, frantumati, divisi, ininfluenti,… scarsamente rappresentativi.
Dovremmo avere, finalmente, la capacità di porle al centro della nostra autorcritica e della nostra progettualità futura.
Dovremmo anche, per altro, rendere pubblico questo nostro ripensamento, per il diritto che hanno i molti a sapere che sta succedendo … dopo anni di vane speranze.
E noi lo faremo … inizieremo a farlo , da questo intervento, che pubblicheremo , come Movimento SINISTRA UNITA – AreA di Progresso e Civiltà dovunque potremo.
Salutiamo con gioia questa confluenza di tutto il “pensiero” di quella che definimmo “Sinistra Radicale” verso la figura di Tsipras come presidente della Commissione Europea.
È un avvenimento importante, anche se un poco “obbligato” dalle circostanze, ma nonostante ciò fondamentale nella storia, breve purtroppo, della Sinistra Europea.
Però, pur rendendoci conto di dare un mucchio di cose per scontate, vorremo parlare dell'occasione che questa lista ci regala. Questa sua caratteristica da molti ritenuta secondaria, quasi conseguenziale, persino “forzata” rispetto alla sua “funzionalità” è per noi centrale, fondamentale è il senso ultimo della mission che ci siamo prefissi come movimento.
Chiarisce con il semplice gesto dell'esistere e del divenire, qualsiasi confusione sia sin qui stata possibile sulle confluenze e sulle alleanze verso le ipotesi collaborazioniste e centriste del PD italiano e del PSE a livello Europeo.
Fa giustizia delle “sospette” complicità con la gestione della Troika e di qualsiasi “Europeismo Facilone”.
La chiarezza degli intenti, la volontà di ridiscutere i trattati, l'anelito di democrazia … l'anti-capitalismo, finalmente chiaramente palesato.
La promessa forte e molto sincera di combattere le torie omicide dell'Austerità sono il suo biglietto da visita più importante, unificante e finalmente chiarificante del campo in cui si pone e si deve porre una “Sinistra Europea”.
Ma esiste un implicito un sottinteso, insito nella natura stessa di Alexis Tsipras, nel progetto vincente di Syriza. Nell'idea che pur partita da Sinistra europea diviene poi condivisa di indicarlo come “Candidato Presidente”.
Lui uomo del Sud, lui rappresentante come pochi altri di quei P.I.G.S, che sono stati inventati per prostrare ed umiliare le economie di interi paesi, lui negazione simbolica assoluta dell'Europa della Finanza omicida e delle banche. Ma ancora meglio lui, risultato simbolico della confluenza politica Greca di aree diverse fra loro, ma simili nelle intenzioni, nelle premesse, nelle “prime, fondamentali motivazioni”. Noi crediamo che questo sottinteso debba divenire , tendenzialemte il portato qualificante di questa esperienza.
La sinistra o quella che chiamammo tale accetti la sfida a divenire AreA di Progresso e Civiltà. Sgombri il campo dalle polemiche sterili ed un poco grottesche, sicuramente vetuste e sempre meno comprensibili sul colore delle mutande di Stalin, rifiuti la polemica arida ed inutile degli slogan scioglilingua senza senso, per farsi progetto e visione futura di “Mondo Possibile”.
Perché è questa, e lo sappiamo tutti benissimo, l'unica possibilità per il nostro paese e per l'intera Unione.
I documenti Europei parlano chiarissimo, promettendoci i prossimi dieci anni di “sudore e sangue” con un restringimento, ulteriore ed epocale, dell'occupazione, con un abbassamento sensibilissimo della nostra produttività … ed il permanere ad oltranza delle politiche di “austerità” (conditio sine qua...) altro che fantomatiche ed illusorie uscite dalla crisi e canzoni calmanti su futuri di crescita.
Il capitalismo elitario, quello degli 85 padroni del mondo sta “ristrutturando i suoi appartamenti” per prepararsi all'inverno e per uscire dal grande fraddo con le proprie energie intatte addirittura rinnovate... magari persino consolidate, progettano un Medio Evo Tecnologico che affermi in modo definitivo l'imperio assoluto delle “Famiglie Dominanti”
Quello che sto dicendo è noto a tutti, mi trovo in consesso di gente avvezza ad analizzare la società, non dico, certamente alcunché che vi colga di sbilanciati, che causi in voi emozione o sorpresa.
Eppure dovrebbe in qualche modo, perché in ogni occasione come questa vi è racchiuso l'embrione di un vero reale rinnovamento, la chiave per l'ininizio di un cammino unitario che ci porti sull'onda di un cambiamento reale.
Ne ho visti altri nei miei quarant'anni di attenzione ai movimenti di momenti come questo, quasi tutti vanificati e operduti … non perdiamo anche questo, non lasciamo sfumare anche quest'occasione.
Parlo con voi, con ognuno di voi direttamente, perché questo treno potrà essere preso solo se si esprimeranno le volontà che derivano direttamente dalle ragioni per cui siamo qui e che sono simili se non identiche per tutti noi … non è un arzigogolo, non è un allelujatico alla Dario Fo.
È semplicemente la realtà … se questo immenso arcipelago deciderà diventare un'AreA di Progresso e Civiltà dipenderà unicamente da coloro che lo abitano, dalle loro volontà, non certo dalle vetuste strutture che lo organizzano che hanno già fallito tutto il fallibile, consegnado le nostre ceneri al ludibrio dei Renzi e dei Grillo.
Ci sembra quindi superflluo affermare che la lista della sinistra in appoggio a Tsipras debba essere UNA e COSTRUITA DAL BASSO. POSSIBILMENTE REALIZZATA CON I MEZZI DELLA DEMOCRAZIA PARTECIPATA. CIRCOLARE ED ORIZZANTALE. TRASPARENTE E VERIFICABILE IN OGNI MOMENTO ATTRAVERO IL CONTROLLO DEMOCRATICO DIFFUSO. ANCHE ATTRAVERSO CONSULTAZIONI DEL POPOLO DELLA SINISTRA.
Così come ci appare superfluo affermare, in piena sintonia, con una sua affermazione recente la necessità di fare un passo indietro per farne molti in avanti e ci sono molti, che a nostro umilissimo e scarsamente influente parere si debbono interrogare se sia proprio a loro che questa perorazione sia rivolta.
Lo facciamo comunque per stigmatizzare la nostra adesione a questo percorso ed il nostro impegno a renderlo un primo passo verso un progetto di visione più ampio e duraturo.
Dando la nostra piena disponibilità ed esprimendo la nostra volontà a realizzarlo non solo parole ma vivificandolo e verificandolo nei territori … nelle realtà locali, laddove tutto nasce e tutto si realizza davvero.
Noi porremo al centro l'unità, come valore fondamentale, come volano indispensabile.
Siamo pochi, forse, ma molti di più di quelli che pensate e ci sono moltissimi al di fuori di questo “ambito” che aspettano solo un cenno per ricominciare ad ascoltare.
Quello che rappresentiamo è un popolo enorme che vuole un'onda di cambiamento e non vuote chiacchiere ed eterne polemiche.
A noi non interessano affatto poltone e riconoscimenti, ci interessano, per contro risultati e modificazioni.
Ci interessa davvero e soltanto Un'Area di Progresso e Civiltà che sappia parlare alla mente, al cuore ed all'anima delle persone e convincerle cheUn Altro Mondo è Possibile! Anzi Auspicabile e Necessario” … che una Civiltà a Misura di Pianeta è la risposta.
Che un nuovo modo di vedere le cose una nuova filosofia ed una conseguente nuova spiritualità non sono mene utopistiche di pensatori drogati ed annoiati ma l'unica strada per la salvezza dell'intera umanità.
Che queste parole non sono vane e vuote affermazioni di principio, ma che divengono impegno reale e concretizzazione pratica proprio a partire da questo percorso … da questo primo passo.

Giandiego Marigo per:
SINISTRA UNITA – AreA di Progresso e Civiltà (Lombardia)
Movimento RadicalSocialista- Lodigiano



mercoledì 15 gennaio 2014

CE LO CHIEDE L'EUROPA





Di Giandiego Marigo

È una delle frasi che viene maggiormente ripetuta dalla politica convenzionale ed “autorizzata”. Non chiede e non ragiona su quale Europa, non premette in nome di chi e perché. Si limita a chiedere e si tratta, generalmente, di “perdite di sovranità” , di un inasprimento dell'Austerity, di qualche sacrificio in più.
La sinistra, o meglio quel che rimane di lei che non è molto, è divisa sull'argomento fra difensori ad oltranza dell'Europa dei Sogni ed i sostenitori, spesso mono-maniacali e monocorde, dell'esigenza di un segno di forte discontinuità.
Premetto di non essere un economista, sono sicuramente e solamente uno scrivano, probabilmente un poeta e molto occasionalmente un “filosofo di strada”. 
Non pretendo quindi che le mie dissertazioni vengano prese come l'opera di un intellettuale consacrato, che non sono. Né, ancor meno, come l'opera d'un pensatore professionista, nessuno mi paga per scrivere e per pensare.
Ciò nonostante reclamo il mio diritto al dire ed al pensare e persino al teorizzare, se necessario.
Senza alcun dubbio le analisi sovraniste di sinistra hanno il pregio di definire in modo “contemporaneo” il ruolo del “capitalismo finanziario” ed hanno il pregio di individuare in questo momento storico la fase autodistruttiva del capitalismo, così come lo intendiamo da sempre.
Così come possiedono la lungimiranza di individuare lo scontro interno, di cui ci dovrebbe importare, veramente poco, tra capitalismo tradizionale e finanziario. L'Elite sacrifica gran parte della classe media sull'altare di un “distacco forzato”, della creazione di un fossato fortificato, fra la ricchezza e la povertà,.Uccide la libera competizione ( da sempre molto più dichiarata che reale) sull'altare del familismo e dell'ereditarietà, modificando se stessa da classe ad elite, rinnegando le sue stesse premesse culturali per sostituirle con un sogno medievale e tecnocratico. Tutto pur di conservare il potere e se possibile rinforzarlo in una fase di transizione epocale... Chi ha fondato l'attuale sistema europeo, chi lo implementa e lo controlla, chi ha fatto passare una visione di “Stati Uniti d'Europa” completamente avulsa dai suoi popoli e dalle sue, innegabili, etnie?
I problemi reali sono il Capitalismo ed il suo Potere, mi dicono i non sovranisti, mentre sottovalutano la massima espressione “finanziaria e politica” del capitalismo morente, la trappola salvifica ( per loro ovviamente) che hanno posto a guardia della loro ritirata, per concedersi il tempo di progettare un nuovo mondo che li riveda “padroni incontrastati”, cioè quella moneta e quel “debito inventato” che stanno prostrando intere nazioni.
Parlano di radicalità necessaria mentre accettano la premessa di un'Europa irrimediabilmente Bancaria ed Elitaria. “in che modo gli interessi della classe potrebbero essere rappresentati da un'uscita dall'euro, in che misura la modificazione di un nome modificherebbe la realtà, se essa non viene come prima istanza messa in dubbio?”, dicono! Ed io aggiungo giustamente, ma premettono ed accettano implicitamente il “gigantesco postulato” dì un'Europa delle banche, che rinnega sin dalla sua nascita e per premessa e quindi come forma inemendabile, ogni riferimento al sogno di Spinelli di una Unione dei popoli per consumazione dell'idea stessa di confine.
Quest'Europa non ha nulla a che spartire con l'internazionalismo, ma semmai con la peggiore e deleteria globalizzazione. Non dovremmo dirlo? Per non correre il rischio di pronunciare quel “NO EURO” che secondo loro ci porrebbe sul medesimo piano dell'Imperatore Farlocco e del Comico-Guru, quando non addirittura ci getterebbe nella confusione magmatica del “forconismo” indeterminato, in quel populismo di sottomarca tipico di coloro che fanno dell'accontentare le pance il loro credo?
Quindi la sinistra dovrebbe rinunciare ad essere popolare per non rischiare d'essere populista?
Assurdo, almeno quanto assurda è la litania del No Euro senza spiegazioni o del rivoluzionarismo senza classi.
Ancora una volta i padroni del mondo ci costringono sulla difensiva nel loro territorio, in difesa di bastioni che non abbiamo mai fondato, su barricate non costruite da noi e su tematiche che non ci appartengono. Questo fanno, per ovvia e implicita generosità,per evitarci lo sforzo di combattere in difesa d'una cultura altra che discuta il potere e le sue manifestazione e soprattuoto che li isoli in quanto assoluta, deleteria e dannosa minoranza del mondo.
La cosa che realmente temono e che non ci permettono è proprio questa, una diversa organizzazione che parta dalla mutualità e dalla solidarietà che ponga a fondamento la circolarità e l'orizzontalità … e perdonatemi che questo avvenga con la Lira o con L'euro è ininfluente … qui stiamo parlando di quel cambiamento che potrebbe abolire il denaro o quantomeno deviarne l'importanza verso dimensioni a misura d'uomo.
Stiamo parlando d'una sostituzione valoriale importante e definitiva dalla “libera competizione verticalistacon l' orizzontalissimo Ad ognuno secondo i suoi bisogni e da ognuno secondo le sue capacità” che è altro, di completamente diverso da questo mondo.
E finisco, questa dissertazione un poco folle, indegna d'un teorico e di un economista e probabilmente indegna di un politico … tradizionale”, ma sinceramente nemmeno m'interessa che lo sia.
Ridiscutere i trattati, militari, finanziari, politici. Ridiscutere le premesse
Questo dovrebbe essere il nostro slogan anzichè la difesa ad oltranza di un'Europa impossibile o  l'adesione pedissequa ad un “ventralissimo” e limitatissimo no euro, noi con le armi della nostra "presupposta" capacitdi analisi storica e politica dovremmo unificare e elevare ed invece riusciamo con masochistica tenacia  anche dividerci, litigare, accapigliarsi su questo ed è esattamente quel che ci hanno calato davanti agli occhi per farci correre, ancora una volta in modo inconcludente, mentre le politiche di Austerità e gli eserciti veri muovono , come meglio gli pare e gli comoda sulla scacchiere mondiale e noi diveniamo via via sempre meno influenti. Mentre il loro modello di “Mondo Perfetto” sfonda culturalmente anche nelle nostre file sino a costringerci a difenderlo … purché non divenga peggiore.
Ce lo chiede l'Europa … ma noi cosa chiediamo a Lei? Noi cosa vediamo per noi stessi Qui e Ora?



sabato 11 gennaio 2014

Una moneta complementare per il welfare. Potrebbe essere questa la soluzione per uscire dalla crisi?


Foto di Maice da Facebook https://www.facebook.com/photo.php?fbid=564998003589775&set=a.160384130717833.37334.160381424051437&type=1&theater

di Maurizio Zaffarano

Non mi addentro in questo post nella discussione sull'uscita dall'euro consapevole delle implicazioni, non liquidabili in poche righe, economiche, politiche, sociali, storiche, culturali, delle relazioni internazionali che essa si porta dietro e nella convinzione che, se questa Europa dell'austerità e del liberismo è l'Inferno, l'uscita dall'euro di per sé non è il Paradiso (“le ingenue apologie del cambio flessibile quale panacea di ogni male” per citare il monito degli economisti di Emiliano Brancaccio e altri).
L'euro, se non cambieranno le regole e gli strumenti che lo governano, è destinato probabilmente ad implodere: dunque il problema per la Sinistra non è di accodarsi alle destre nello sventolare la bandiera dell'uscita dall'euro (cioè focalizzarsi sull'arma che uccide e non su chi la impugna) ma di lottare per cambiare i rapporti di potere e gli assetti proprietari su cui è fondato il capitalismo dei nostri tempi e di contrapporgli un'alternativa (ed in questo senso è interessante leggere cosa scrive Bruno Amoroso).
In caso contrario, se e quando si arriverà all'uscita dall'euro questa verrà gestita dalle stesse oligarchie (quelle che fondano il proprio potere sulle mafie, sulla corruzione, sull'evasione fiscale, sulla devastazione dell'ambiente, sulla subalternità ai 'mercati', al Vaticano, al capitalismo di rapina e agli interessi delle grandi multinazionali) che ci hanno condotto al baratro a cui siamo giunti: serve allora dunque costruire da subito una reale alternativa politica e culturale ed una concreta rete di protezione a favore dei ceti popolari, per contrastare povertà ed esclusione sociale.