martedì 18 marzo 2014

Per chi si fa abbindolare dalle promesse di Renzi


Renzi e la Merkel secondo Luca Peruzzi

di Maurizio Zaffarano

Renzi è l'ultima carta in ordine di tempo messa sul tavolo dal sistema per sostenersi e perpetuarsi (sistema inteso come ordinamento economico capitalistico e l'insieme delle oligarchie – imprenditoriali, politiche, burocratiche, criminali – dominanti).
Coloro che pensavano, ed io tra questi, che l'ascesa di Renzi alla guida del PD avrebbe disvelato in modo inequivocabile ed esplicito la missione antipopolare e totalmente estranea alla sinistra di quel partito si sbagliava. Abbiamo sottostimato la capacità di fascinazione comunicativa di Renzi (sapientemente amplificata dai media; elementare come la pubblicità di un detersivo ma non per questo meno subdola ed efficace) e la strategia sottostante diretta ad ottenere consenso alle politiche liberiste a partire dalle imminenti elezioni europee.
La base elettorale della lista L'altra Europa con Tsipras e del Movimento 5 Stelle sono il suo terreno di conquista ed a tal fine invoca ipocritamente il cambiamento delle politiche europee affinché favoriscano sviluppo e crescita, promette provvedimenti a favore della piccola e media impresa e di redistribuzione del reddito a vantaggio dei ceti popolari con il piano casa e riducendo le tasse sui redditi da lavoro medio bassi, cavalca il tema della lotta alla casta nelle proposte di riforma istituzionale (abolizione del Senato e delle province) mettendosi su questo in rotta di collisione con pezzi delle oligarchie politiche (la vecchia dirigenza del PD, la Camusso della CGIL), fa balenare persino la revisione degli acquisti degli aerei da guerra F35.
La discontinuità di Renzi rispetto alle precedenti esperienze governative, in particolare a quella di Mario Monti ed alla sua convinzione, intrisa di sadismo sociale, di poter imporre senza reazioni provvedimenti impopolari cioè antipopolari, discende dal fatto che il sistema in questo momento ha bisogno di ritrovare una sufficiente legittimazione elettorale, almeno in termini relativi senza tener conto cioè dell'astensione crescente. In questo senso Renzi si pone in diretta continuità con l'approccio alla politica di Berlusconi e dimostra che le elezioni ed il consenso, anche truffaldinamente estorti, rivestono un'importanza centrale per il sistema perché affermare il potere solo con la forza sarebbe altrimenti troppo 'costoso'.

Si spiega così, per la necessità di riguadagnare consenso, la repentina successione da Letta a Renzi che significa anche, probabilmente, il prevalere del 'partito' filo-USA dell'establishment su quello filo-Germania.
D'altro canto nell'oscillazione tra rigore e sobrietà (Prodi, Monti) e fuochi d'artificio populisti (Berlusconi, Renzi) il capitalismo raggiunge progressivamente tutti i propri obiettivi.
Senza l'inesorabile attrazione degli italiani (di quella minoranza di italiani da cui discende la maggioranza parlamentare) per l'unto del signore e l'uomo della provvidenza di turno basterebbe poco per rendersi conto dell'inganno di Renzi (più soldi in busta paga per una parte dei lavoratori in cambio di meno servizi sociali per tutti e di una ulteriore deriva verso la precarizzazione).
Dunque è utile ricordare, per chi si fa abbindolare dagli annunci di Renzi (tutti da verificare nella loro fattibilità, nella loro sostanza, nei loro effetti) e dalle sue parole (lavoro, democrazia, merito, efficienza come se vi fossero governi che non promettessero di perseguire questi obiettivi), di quale partito è espressione Renzi e quali sono i suoi alleati di governo.
Renzi è il segretario di quel partito, il PD, che ha sostenuto la macelleria sociale di Monti (a costo di perdere elezioni già vinte), che ha accettato i trattati sul fiscal compact e fatto passare il vincolo del pareggio di bilancio in Costituzione (addirittura oltre quanto richiesto dagli stessi trattati europei). Renzi progetta le riforme istituzionali con Berlusconi condannato per evasione fiscale. Renzi governa insieme ad alcuni dei più stretti collaboratori e seguaci di Berlusconi, responsabili insieme al padrone di Mediaset del degrado morale, politico, economico, sociale in cui è precipitato il nostro Paese: Alfano, Schifani, Lupi, Formigoni, Cicchitto, Quagliarella.
Se qualcuno pensa che questi siano in grado di fare il bene dell'Italia si faccia avanti.
A Renzi la Sinistra deve contrapporre non un timido e moderato riformismo ma un progetto per costruire una società socialista e per superare il sistema capitalismo.

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