giovedì 16 ottobre 2014

Legge di Stabilità 2014:"CRESCITA" DEL PRODOTTO, MA CHI COMPRA?


di Ettore Davide Coscione

Siamo dinanzi ad una nuova legge di stabilità, le analisi sono molto diversificate e di difficile comprensione per noi profani.
Renzi descrive gloriosa una diminuzione dell'IRAP, altri interventi che sono il sogno di Confindustria da sempre e  propaganda la possibilità che si abbia una crescita del PIL e dell'economia.
A prima impressione si può notare la cifra bella corposa che viene messa in gioco, 36 miliardi di Euro, fatta da tagli alle spese, poi ben 500 milioni alle famiglie e 15 miliardi alle imprese, che sono tasse che venivano trasferite alle Regioni e ovviamente, come lo stesso Padoan ammette, aumenteranno le tasse locali, private dell'IRAP.
Dunque, Robin Hood al contrario è la prima impressione bella chiara, poi notando gli altri 11 miliardi per i famosi 80 euro in busta paga, che verranno ovviamente rimangiati da ticket ospedalieri e dai tagli ai servizi pubblici, i quali diventeranno di conseguenza privati.
Ma questo è solo un'analisi tecnica che dà un quadro della natura  già conosciuta di Renzi e la sua squadra: cioè del loro "Liberismo spinto di destra" per dirlo in maniera grezza.
Ma il concetto più culturale e meno tecnico, resta il fattore della crescita continua.
Crescere è bello, ma per arrivare dove?
Cresce la produzione, ok, ma se esistono 4 milioni di disoccupati e 6 milioni di precari che gravano su 15 milioni di famiglie ( padri, madri, nonni, nonne), se i lavori che si riescono a trovare sono flessibili e incerti, come si può far scegliere alla gente di comprare di più, per smaltire quell'aumento del prodotto di una farneticata crescita?
Esempio: coppia di 55 e 60 anni, 3 figli, l'ultimo all'università altri due precari o disoccupati.
Cosa potrebbero fare una coppia con i loro stipendi?
Cinema, ristoranti, sale da ballo, viaggi, cambiare cucina, lavatrice etc etc... cioè consumare.
Ma poi viene la tassa per l'Università: lasciamo perdere la lavatrice.
La secondagenita sta facendo un progetto importante sovvenzionato in parte dall' UE ma deve andare in Olanda per poi avere un master che la potrà scalzare dal ruolo di precaria: 3000 euro per sostenerla sei mesi, addio viaggio.
Il primo figlio, laureato in filosofia, è disoccupato... cosa fanno i genitori, ma lasciamo perdere il ristorante, il cinema e la sala da ballo: che Alessandro e Marta ne hanno più bisogno.
Oltre quindi al fatto che Alessandro, Marta e Giuseppe 29, 26 e 23 anni non hanno che da spendere, né da far famiglia, quindi non consumano, prosciugano il potere di consumare il Prodotto, che dovrebbe crescere, potenziale di Mamma e Papà.
Ci sarebbero centinaia di esempi come questo!
Ma quindi ci domandiamo: e con questo cosa vuoi dire? C'è una soluzione?
Per me non è il regalo all'azienda, togliendo alla regione che è patrimonio pubblico, perché io imprenditore non produco se non si consuma ciò che ho già prodotto e non assumo, finché non c'è chi spende.
Quindi ci vuole un nuovo concetto, pazzesco per molti: REDISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA ESISTENTE:
Chi ha troppo, chi ha creato in ogni modo un patrimonio elevato, che gli rende ancora e ancora altra ricchezza deve per necessità di tutti fare a meno di un po' di quella ricchezza e del sistema del debito che li fa arricchire sempre di più!
Il problema è che chi ha tanto oggi può arricchirsi di più grazie ai debiti degli Stati, cioè il nostro.
Questo vale a livello nazionale, ma anche Internazionale, pace anche per chi vuole lottare contro un'immigrazione fuori controllo: proponi una redistribuzione della ricchezza e vedi che le guerre man mano diminuiscono e anche quel flusso forzoso e coatto di disperazione e miseria.
La distribuzione della ricchezza già in essere poi ovviamente creerà nuovi mercati e nuove risorse che, adesso si, potranno far ripartire un economia sociale e giusta che porti il benessere diffuso e una pace più convenientemente praticata.
In fondo ce l'hanno insegnati da bambini : le guerre (in tutte le sue salse) partono da spari o gole tagliate, ma poi sono questioni economiche.
Quindi per questo boccio la legge di Stabilità di Renzi, resta col concetto di Crescita del prodotto, senza stabilire chi è che comprerà.
In più, non redistribuisce in maniera equa, anzi toglie ai poveri per dare ai ricchi.

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